Il rifiuto della Apple, appoggiato anche da Google, a collaborare con il Governo federale USA per decrittare il telefonino del killer di San Bernardino (California) apre una questione di rilevanza globale in materia di rapporto fra sicurezza e rispetto della privacy. Ecco perché la Commissione Intelligence del Senato americano sta lavorando a una proposta di legge che renderà reato penale scelte simili a quella adottata da Cupertino. La notizia viene dal Wall Street Journal, che cita fonti anonime vicine al presidente repubblicano della Commissione, Richard Burr. Sempre più tesi, dunque, i rapporti fra Washington e la Silicon Valley, dato che anche Facebook e WhatsApp hanno deciso di sostenere la posizione di Apple. C’è il rischio concreto che la nuova legge venga percepita dai cittadini come un ulteriore attacco alle libertà personale, dopo lo scandalo del Datagate. Negli ultimi anni un numero crescente di aziende ha creato sistemi di criptaggio accessibili solo ai due soggetti che si sono scambiati un messaggio. Una decisione più volte criticata dai politici e dalla polizia che, invece, vorrebbero poter (con il benestare di un giudice e in casi straordinari) entrare e decifrare i messaggi trasmessi da un terminale all’altro. Tuttavia, diverse associazioni per la difesa della privacy avversano questa eventualità per due ragioni fondamentali: l’intromissione nella sfera privata di una persona che creerebbe un precedente per ulteriori incursioni; l’accesso potenziale offerto a hacker e a Governi stranieri a messaggi che dovrebbero restare segreti. Burr ha speso parecchie energie per convincere i gruppi di attivisti a cooperare con il Governo, soprattutto nei casi in cui queste tecnologie vengono usate da criminali e terroristi. Anche il partito democratico, nella persona di Dianne Feinstein, ha fatto pressione sui social affinchè avvisino Washington sulle attività terroristiche online. Per ora il disegno di legge segna il passo, anche se diversi gruppi tech hanno aumentato la vigilanza per evitare che i messaggi dei terroristi si diffondano sul web attraverso le loro piattaforme.