Si è concluso da poco il G7 ed un altro importante evento ha sede nel territorio messinese. La prima Conferenza Programmatica delle Città del Mezzogiorno ha riunito a Palazzo Zanca le sette Città metropolitane del sud: Bari, Cagliari, Catania, Messina, Napoli, Palermo e Reggio Calabria.
Sette capitali della bellezza, come le ha definite il giornalista Nicola Saldutti, che ha moderato un incontro vivace, ma animato da un deciso spirito di coesione.
Il meeting, oltre che a dare voce ai Sindaci nella duplice veste di amministratori comunali e metropolitani, si è arricchita della firma di due patti rivolti alla mobilità e alla protezione civile, tra le città di Messina e Reggio Calabria.
L’idea di mettere assieme le “Città del Mezzogiorno” è partita dal Sindaco di Bari e Presidente ANCI, Antonio Decaro che è stato il primo a sottolineare un pensiero poi condiviso dagli altri Sindaci: il divario infrastrutturale e di accessibilità che si ripercuote sulle innegabili risorse del Mezzogiorno, quali il turismo o l’agricoltura, in cima a tutto.
Al Sud una ripresa, lungo gli ultimi due anni, c’è. È misurabile sia attraverso i dati dell’export – l’8,5% in più nel 2016 rispetto agli anni precedenti – che testimoniano di una vitalità del territorio, sia attraverso il recupero degli investimenti a livello comunale. Anche le risorse ci sono: 3,3 miliardi di euro tra fondi europei e statali da spendere entro il 2020. Il contributo che i sette sindaci metropolitani delle città del Sud, si propongono di portare a questo quadro è una volontà comune di spendere efficacemente e progettare in modo condiviso lo sviluppo dei loro territori. Un patto tra sindaci.
Necessario per colmare quel divario Nord – Sud ancora oggi testimoniato da indicatori come la concentrazione delle imprese al Nord, nella sola provincia di Brescia ce n’è quante nell’intero Sud, o la presenza di infrastrutture (1,7 km di autostrade per 100 chilometri quadrati al Sud contro i 3,3 del Nord Ovest). Questa volontà di raccordarsi in nome di una spesa efficiente e strategica è emersa chiara durante i lavori ai quali ha portato il suo contributo la ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, offrendosi di calare davvero nella sua attuazione la riforma del settore che governa, attraverso incontri operativi del suo staff con il personale comunale nelle sedi dei municipi.
“Garantire regole e tempi certi a chi vuole investire – sostiene Madia -, assicurare ai più meritevoli la possibilità di far valere le proprie idee senza restare imbrigliati in una burocrazia lenta, è il compito che ci siamo dati ed è un passaggio essenziale per lo sviluppo. La riforma della pubblica amministrazione sarà veramente compiuta quando verrà implementata nelle Città metropolitane, prima di tutto in quelle del Sud. Per questo il governo ha voluto fare un grande investimento su questi nuovi enti, che sono al contempo di dimensioni importanti ma ancora istituzioni prossime ai cittadini e alle loro necessità”.
L’intervento del Sindaco di Catania, Enzo Bianco, ha aggiunto ulteriore chiarezza agli obiettivi da raggiungere, fissando in quattro punti le indicazioni strategiche: rapporto diretto con i Fondi europei, non mediato dalla Regione che purtroppo rappresenta “un punto di ritardo”; incentivi alle imprese; sviluppo delle infrastrutture “nodali”, quali porti e aeroporti; assistenza tecnica, anche da privati, come nel caso della fruttuosa collaborazione con il CONAI per i rifiuti.