Entro il 2030 le fonti rinnovabili dovranno coprire il 32% dei consumi energetici in tutta l’Unione europea. E’ quanto stabilito ieri a Bruxelles in riferimento all’accordo sulla Direttiva Rinnovabili Red II, con clausola di revisione al 2023. Il Coordinamento Free e l’Anev in prima battuta avevano tuttavia chiesto di portare il target dal 27% previsto al 35%, come pure il titolare del Mise, Luigi Di Maio, che alcuni giorni fa aveva dichiarato: “L’Italia deve puntare sulle energie rinnovabili come motore per il futuro della sua economia. Per questo in Consiglio oggi abbiamo ribadito la nostra linea, più ambiziosa rispetto al passato, in merito alle proposte di Direttiva del Parlamento Europeo sull’efficienza energetica e sulla Direttiva per la promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. La conclusione del Parlamento europeo, che chiede di fissare un obiettivo vincolante pari al 35% sia per la prima, sia per la seconda, è la strada giusta”.
La Commissione europea si dice però certa che l’intesa consentirà all’Ue di mantenere il suo ruolo di guida nella lotta contro il cambiamento climatico nella transizione energetica pulita e nel raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi. “Le regole concordate servono anche a creare un ambiente favorevole per accelerare gli investimenti pubblici e privati nell’innovazione e nella modernizzazione in tutti i settori chiave – si legge in una nota -. Stiamo facendo questa transizione verso un’economia moderna e pulita, tenendo conto delle differenze nel mix energetico e nelle strutture economiche in tutta l’Unione”.
“È’ ora necessario – mette in evidenza l’Anev – che il Governo italiano dia un impulso concreto a quanto stabilito dall’Europa, adottando quei provvedimenti che consentano di incrementare lo sviluppo delle rinnovabili in linea con gli impegni assunti. Sono infatti necessari e urgenti gli atti concreti, la cui mancanza ad oggi non ha consentito di realizzare i necessari investimenti”.