La forza informativa del web è in vorticosa ascesa, ma la tv si conferma il mezzo con la maggiore valenza informativa, sia per frequenza di accesso che per importanza e attendibilità percepite. E’ ampiamente riconosciuto che i mezzi di comunicazione costituiscono la fonte primaria a cui i cittadini si rivolgono per avere informazioni, ma anche per maturare orientamenti utili alle scelte politiche. I media, quindi, hanno grande rilevanza sociale e sono in grado d’influire su aspetti essenziali della vita democratica. Il ruolo istituzionale e l’azione regolamentare dell’Autorità nel settore dei media, in base al mandato istitutivo e ai compiti affidatole dal legislatore, si fondano sulla necessita di vigilare sul sistema informativo e assicurare la tutela del pluralismo, sia dal lato dell’offerta sia dal lato della domanda d’informazione. L’attività di costante monitoraggio del sistema dell’informazione da parte dell’Autorità si colloca in uno scenario mondiale attualmente caratterizzato dall’emergere di fenomeni patologici quali quello delle cosiddette “fake news” e più in generale, della disinformazione. In tale prospettiva, il Rapporto sul consumo di informazione ha l’obiettivo di analizzare la più recente evoluzione del settore.
Il Report di Agcom sul consumo d’informazione fa un’approfondita analisi sul percorso che porta i cittadini ad acquisire effettivamente notizie divulgate dai mezzi di comunicazione, analizzando i moderni modelli di accesso e consumo, nonchè i fattori incidenti. Lo studio, svolto tra l’altro sulla base dei risultati di un’indagine condotta lo scorso anno da Gfk Italia per l’Autorità su un campione di oltre 14.000 persone rappresentative della popolazione italiana, ha messo in luce le abitudini dei cittadini, caratterizzate da uno spiccato fenomeno di cross-medialità che riguarda oltre i tre quarti delle persone. Solo la televisione resiste ancora come mezzo dotato di un suo bacino con circa l’8% della popolazione di utenza esclusiva. Rimane, poi, una nicchia di persone (circa il 5%) che non si informa affatto o almeno non lo fa attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
La tv si conferma il mezzo con la maggiore valenza informativa, sia per frequenza di accesso anche a scopo informativo, sia per importanza e attendibilità percepite. I quotidiani, benché consultati per informarsi tutti i giorni da meno del 20% dei cittadini, guadagnano terreno se si considera una frequenza di lettura meno ravvicinata nel tempo, raggiungendo ancora livelli di accesso non troppo distanti da quelli di Internet e della radio. La forza informativa del web è in vorticosa ascesa: sempre più persone si affidano a questo mezzo anche per trovarvi informazioni (tanto da farlo balzare al secondo posto per frequenza di accesso quando la finalità di utilizzo è appunto informativa) e oltre un quarto della popolazione lo reputa il più importante strumento per informarsi. Tuttavia, l’attendibilità percepita delle fonti on-line rimane mediamente inferiore rispetto a quella riscontrata per le fonti tradizionali.
Il Rapporto di Agcom mette inoltre in evidenza il progressivo cambiando dei modelli di consumo dei media e dell’informazione. Se da un lato, infatti, la possibilità di accedere a più mezzi (in molteplici modi e momenti) innalza la possibilità di esposizione all’informazione, dall’altro, l’emergere di abitudini di consumo come simultaneità negli usi dei media e frammentazione (di audience, tempo e contenuti) possono favorire un consumo superficiale e distratto, accrescendo il rischio di reale disinformazione.
E’ stata riscontrata l’esistenza di fattori individuali che portano alla divisione in gruppi diversi nell’accesso all’informazione, con conseguenti rischi di esclusione o marginalizzazione mediale di determinate fasce della popolazione. In particolare, istruzione e condizione economica appaiono poter perimetrare nicchie sociali che rischiano, nel caso di bassi livelli scolastici e reddituali, di essere marginalizzate nell’attuale sistema informativo. In tal senso appaiono auspicabili azioni di policy volte all’inclusione mediale.
Una specifica analisi sul consumo informativo dei soggetti under 18 ha evidenziato un doppio sistema sociale: per un verso esistono minori che non si informano o che lo fanno attraverso un solo mezzo, mentre dall’altro si osserva l’esistenza di giovani con frequente ricorso ad una pluralità di mezzi e fonti di informazione. Considerato il consolidarsi di Internet quale fonte primaria d’informazione per i cittadini, il Rapporto ha realizzato uno specifico approfondimento sulle nuove dinamiche relative al consumo di notizie in rete, rilevando che gli italiani accedono alle news on-line prevalentemente attraverso fonti algoritmiche (in particolare social network e motori di ricerca) consultate dal 54,5% della popolazione, mentre vi è una minore fruizione delle fonti editoriali (siti web e applicazioni di editor tradizionali o digitali). Il 19,4% della popolazione indica una delle fonti algoritmiche come la più importante all’interno delle proprie abitudini informative. Spicca, in particolare, la rilevanza accordata a motori di ricerca e social network, che rappresentano rispettivamente la terza e la quarta fonte informativa reiterata come la più importante per documentarsi, considerando la totalità dei mezzi di comunicazione sia tradizionali che on-line.