La Coldiretti fa i primi bilanci sugli effetti del prolungarsi dell’ondata di maltempo nel nostro Paese.
Si stima che a causa dell’ondata di gelo che ci ha colpito, i danni all’agricoltura ammonterebbero a circa 300 milioni.
Coltivazioni distrutte e blocco della circolazione che ostacola le consegne sono le cause del grave ammanco.
Le temperature sotto lo zero registrate da Nord a Sud hanno provocato danni agli ortaggi invernali mentre il clima mite delle scorse settimane aveva provocato in alcune zone un risveglio vegetativo delle piante da frutto, le gemme sono particolarmente sensibili al freddo.
In Liguria la Coldiretti ha chiesto lo stato di calamità per i danni alle coltivazioni orticole e ai vivai di piante e fiori, in Emilia Romagna è stato lanciato un allarme per i frutteti che soffrono sotto il peso della neve. In Puglia gli agricoltori stanno correndo contro il tempo per raccogliere i cavolfiori salvandoli da gelo e neve e grande preoccupazione c’è per i mandorli in fiore e le varietà di ciliegie che fioriscono in anticipo, mentre in Campania sono stati pesantemente colpiti frutteti e serre – spiega la Coldiretti – dalle pesche alle albicocche, dalle susine alle ciliegie con una strage di verdure nei campi dai piselli alle fave, dalle patate ai meloni, oltre a lattughe, finocchi e fragole.
A risentire del maltempo, è anche la pesca – sottolinea la Coldiretti – i nubifragi, il vento e la neve che hanno paralizzato l’attività di molti pescherecci soprattutto lungo l’adriatico tanto che l’offerta delle produzioni nazionali sui mercati sarà presto praticamente dimezzata, mentre gli impianti per la crescita delle cozze sulle coste adriatiche sono colpiti da quasi dieci giorni forti mareggiate che ne mettono a rischio la tenuta.
A far paura è il protrarsi del gelo sui campi. La sopportazione media delle piante al freddo va in via molto indicativa – afferma la Coldiretti – da –3 a –5 per gli agrumi, da -10 a -12 per kiwi e l’ulivo, da -16 a -18 per la vite, da –18 a -22 per ciliegio, albicocco e mandorlo, da -22 a-25 per pero e melo. I danni alle piante, che potranno però essere verificati definitivamente solo nei prossimi giorni, sono destinati a compromettere le produzioni nel tempo poiché – continua la Coldiretti – occorrono anni prima che si possa sostituire una pianta e che quella nuova inizi a produrre.
Con queste temperature si prevedono anche decessi e aborti nelle stalle dove gli allevatori stanno mettendo i cappotti ai vitellini e hanno acceso le lampade termiche, mentre l’acqua negli abbeveratoi – spiega la Coldiretti – viene scaldata fino a una temperatura di 20 gradi oppure lasciata sgocciolare per evitare il congelamento delle tubature. Per far fronte al disagio degli animali, il pasto degli è stato potenziato per garantire una razione supplementare di energia e calorie.
Quello che si teme – evidenzia la Coldiretti – è il ripetersi di uno scenario critico come quello del 1985.