Prenderanno il via la settimana prossima, esattamente il 14 marzo per finire il 24 dello stesso mese, i Giochi Mondiali invernali Special Olympics.
L’Austria non è nuova ad accogliere eventi internazionali di Special Olympics: già nel 1993, infatti, a Salisburgo e Schladming, 1600 Atleti provenienti da 63 nazioni gareggiarono in cinque specialità sportive, per quelli che sono stati i primi Giochi Mondiali invernali Special Olympics organizzati al di fuori degli Stati Uniti. Insomma l’Austria è antesignana in tal senso.
Quest’anno a Graz, Schladming e Ramsau vi saranno 2700 atleti, con 1.100 allenatori, rappresentativi di 107 Nazioni, con 3.000 volontari impegnati e con circa 20.000 spettatori ad assistere e diversi milioni impegnati a vedere le gare attraverso i canali televisivi. Ecco i numeri dei Mondiali Special Olympics, il programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per le persone con disabilità intellettiva. Gli special Olympics sono riconosciuti dal Comitato Olimpico Internazionale, così come il Comitato Paralimpico. Nel mondo sono oltre 170 i paesi che adottano regolarmente il programma Special Olympics. Ed ecco, quindi, l’imminente appuntamento del Mondiale in Austria al grido di “Che io possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze”.
Special Olympics è un Programma educativo, che propone ed organizza allenamenti ed eventi solo per persone con disabilità intellettiva e per ogni livello di abilità. Le manifestazioni sportive sono aperte a tutti e premiano tutti, sulla base di regolamenti internazionali continuamente testati e aggiornati.
Un grande appuntamento, evidentemente, volto a superare barriere e steccati che una società liquefatta come quella dei nostri giorni tende ad appiattire. E come dice il Presidente del Comitato Paralimpico Italiano, Luca Pancalli, nella conferenza di presentazione dei giochi, “lo sport è lo strumento che fa crescere la cultura del nostro Paese, in questo senso voi state facendo un grande lavoro. Nel mondo dei più deboli, quello del disagio intellettivo è uno dei grandi temi insieme al “dopo di noi”: se lo sport può aiutare a tenere accesi i riflettori, da uomo di sport sono ancora più orgoglioso”. Parole forti che rendono chiara l’importanza dello sport come strumento di politica attiva.
Pancalli, assieme al presidente dl Coni, Malagò, hanno presentato la delegazione italiana presente in Austria che sarà composta da 48 persone, tra cui 34 atleti impegnati in 4 discipline: sci alpino, sci nordico, snowboard e corsa con le racchette da neve. Le gare dei Giochi Mondiali invernali si svolgeranno a Graz, Schladming-Rohrmoos e Ramsau, e si articoleranno in nove specialità: pattinaggio artistico (tradizionale e unificato), pattinaggio di velocità sul ghiaccio, floorhockey (tradizionale e unificato), floorball (tradizionale e unificato), corsa con le racchette da neve, sci alpino, sci nordico, snowboard e stickshooting. Il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha voluto ricordare come “Il Coni è sempre presente per queste iniziative, e con il riconoscimento del Cip come ente pubblico abbiamo raggiunto una pari dignità; ma poiché ancora oggi le persone disabili affrontano fatiche, problemi, complicazioni e disagi nel portare avanti la normale quotidianità, ecco che dobbiamo intensificare la sensibilizzazione sul tema.”
Da segnalare la presenza, tra gli atleti azzurri, di due ragazzi sostenuti dall’appoggio economico di Snai, che li sosterrà con la fornitura di un equipaggiamento completo grazie alla partnership tra iZilove Foundation (la fondazione di Snai per lo good causes) e Special Olympics Italia.
Insomma una grande opportunità questa che porta in dote agli atleti la possibilità di mettersi in gioco, di aprirsi alla conoscenza di altre culture, di crescere rendendosi più autonomi e consapevoli delle proprie potenzialità al di la della disabilità. Un coinvolgimento che influenza il mondo che ruota attorno all’atleta e che deve essere di confronto e crescita giocoforza. E allora forza Azzurri, sperando che possiate avere il premio, non solo della medaglia, ma anche della speranza di stare bene assieme. Perché, come dice Papa Francesco, “Siete un segno di speranza per quanti si impegnano per una società più inclusiva. Ogni vita è preziosa, ogni persona è un dono e l’inclusione arricchisce ogni comunità e società. Questo è il vostro messaggio per il mondo, per un mondo senza confini e senza esclusioni!”.