Il Parlamento europeo ha approvato la nuova direttiva sul whistleblowing con una maggioranza di 591 voti a favore, 29 contrari e 33 astenuti. Le nuove previsioni, spiega una nota di Transparency, oltre ad armonizzare la protezione per i whistleblower (coloro che segnalano illeciti sul posto di lavoro) nei vari Paesi dell’Unione, introdurranno importanti miglioramenti in Italia, soprattutto per i dipendenti del settore privato oggi meno tutelati rispetto a quelli del pubblico, dato che la direttiva si applicherà a entrambi i settori in maniera indistinta.
Le nuove regole poste dall’UE in materia di whistleblowing tutelano in particolare gli informatori che rivelano le violazioni del diritto comunitario in settori quali appalti pubblici, servizi finanziari, riciclaggio di denaro, sicurezza dei prodotti e dei trasporti, sicurezza nucleare, salute pubblica, protezione dei consumatori e dei dati.
La disciplina si è resa necessaria alla luce delle risultanze di uno studio effettuato nel 2017 per conto della Commissione Europea, che ha dimostrato che la mancanza di tutela degli informatori ha comportato, nell’ambito degli appalti pubblici, quasi dieci miliardi di euro all’anno.
I whistleblower anonimi godranno, inoltre, di maggiori garanzie, andando a colmare un vuoto della legge italiana: gli enti avranno l’obbligo di prendere in esame le loro segnalazioni, e il segnalante anonimo la cui identità dovesse emergere in un secondo momento avrà comunque tutte le tutele che gli spettano.
Infine, protezione non solo per chi segnala, ma anche per i colleghi che “aiutano” il whistleblower nel suo percorso di segnalazione.
Nuove tutele
Per garantire la sicurezza dei potenziali informatori e la riservatezza delle informazioni divulgate, le nuove norme consentiranno di comunicare le segnalazioni:
– all’interno dell’ente o azienda presso cui si lavora;
– direttamente alle autorità nazionali competenti;
– agli organi e le agenzie competenti della Ue.
L’informatore sarà comunque protetto in caso decidesse di divulgare pubblicamente le informazioni, in caso di pericolo imminente per l’interesse pubblico o rischio di ritorsione. Restano esentate dalle tutele le piccole aziende e i piccoli municipi.
Garanzie per gli informatori
Saranno tutelati anche i soggetti che assistono gli informatori in qualità di facilitatori, colleghi e parenti.
Agli informatori devono essere garantiti:
– l’accesso gratuito a informazioni e consulenze complete e indipendenti sulle procedure e sui mezzi di ricorso disponibili;
– l’assistenza legale nel corso del procedimento;
– sostegno finanziario e psicologico.
Iter del provvedimento
Dopo l’approvazione definitiva del testo di legge da parte dei ministri Ue, gli Stati membri dovranno adeguare le normative nazionali entro due anni. Attualmente, infatti, sono solo 10 i Paesi (Francia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Svezia e Regno Unito) offrono tutele complete a tutti settori o categorie di lavoratori.