La morte di Totò Riina è un evento simbolico che segna la fine di un’epoca. Cosa Nostra è cambiata, avendo superato la sua fase “stragista”, come ha confermato lo stesso generale Mori. Si sono trasformate anche le altre mafie nostrane. Pur non avendo abbandonato la violenza e la pratica dell’omicidio, hanno comunque cercato di mutare pelle puntando sul business illecito e/o semilecito piuttosto che sul crepitio dei kalashnikov. Progressivamente, grazie agli ingenti proventi derivanti dai traffici criminali condotti a livello nazionale e transnazionale, sono entrate strutturalmente nel meccanismo di accumulazione del capitale. Oggi, finanziano imprese, riciclano il denaro sporco, inquinano pesantemente il sistema degli appalti, alimentano l’usura, investono in attività produttive. Tutto ciò avvalendosi di una vasta e variegata “zona grigia”, una rete vascolare fatta di professionisti, avvocati, imprenditori, faccendieri, finanzieri, prestanome, amministratori e politici corrotti, ecc. che, mescolando attività legali e illegali, complicità e cointeressenze, riversa nell’economia centinaia di miliardi. Nel frattempo, parallelamente, i boss continuano a gestire le consuete attività “tradizionali”: narcotraffico, traffico di esseri umani, di armi, di rifiuti tossici, ecc.. E lo fanno – questo il fatto relativamente nuovo – intrecciando rapporti e alleanze con le organizzazioni jihadiste e terroristiche nei diversi teatri in cui quest’ultime sono presenti. In primo luogo, il Medio Oriente, l’Asia centrale, l’Area sahariana e sub sahariana, il Triangolo d’oro e l’America latina. In tal contesto, il bacino del Mediterraneo rappresenta un’area calda e particolarmente sensibile che, ovviamente ci interessa molto da vicino e sulla quale occorre programmare e attuare interventi di contrasto mirati e incisivi. In altre parole, nell’ultimo ventennio è sorta e si è rapidamente estesa a livello planetario, con la connivenza degli Stati falliti e degli Stati canaglia, una Rete del Male che si configura come una delle principali minacce del nostro tempo. Per discutere e analizzare tutti questi temi, il 1° dicembre si terrà a Bagno a Ripoli il 23° Vertice Antimafia a cura della Fondazione Caponnetto. Presieduto da Salvatore Calleri e moderato da Raffaele Palumbo, l’evento vedrà la presenza del Presidente del Senato, Piero Grasso, e del Sindaco Francesco Casini, che porterà i saluti della città. Seguiranno gli interventi di numerosi esponenti del movimento antimafia.