Privacy, digitale ed equilibri geopolitici nell’era della condivisione dei dati. Questi alcuni dei temi al centro del convegno “I confini del digitale. Nuovi scenari per la protezione dei dati”, tenutosi ieri presso il palazzo dei gruppi parlamentari. La giornata, organizzata dall’Autorità Garante per la Privacy, è stata l’occasione per celebrare la “Giornata europea della protezione dei dati personali”. I lavori sono stati aperti da Antonello Soro, presidente dell’Autorità Garante per la Privacy, che ha fatto una panoramica sulle sfide dell’attualità.
Riportando i vari esempi di innovazioni – citando Singapore, Stati Uniti ed Estonia – Soro ha mosso una critica allo stringente sistema di sorveglianza cinese: “La ‘vita a punti’ in Cina è qualcosa di più e di diverso dalla mera digitalizzazione dell’azione pubblica. Sembra indicare la via di un nuovo totalitarismo digitale, fondato sull’uso della tecnologia per un controllo ubiquitario sul cittadino, nel nome di una malintesa idea di sicurezza”, ha spiegato Soro, prevedendo che certi “scenari distopici sono indubbiamente frutto di un regime estraneo alla cultura liberale”.
In Europa e in Italia, però, secondo l’analisi di Soro, si è riusciti a trovare un giusto equilibrio fra la tutela dei cittadini e la necessità di sicurezza, seppur “quei diritti di libertà affermati ieri con forza” oggi “vacillano sotto l’onda d’urto delle più varie minacce”, come il terrorismo internazionale. “Si stima – ha aggiunto Soro nella sua presentazione introduttiva – che la perdita economica imputabile al cybercrime possa raggiungere nel 2020 i 3000 miliardi di dollari e che gli attacchi informatici possano interessare il 74% del volume degli affari mondiali”.
Le conclusioni sono state affidate a Giulia Bongiorno, ministro della Pubblica Amministrazione: “Oggi non c’è consapevolezza della ricchezza che possono portare i dati. Per questo occorre fare cultura con il digitale. I giovani tendono a fornire i propri dati senza curarsi minimamente della privacy. Bisogna trasmettere questo messaggio ai giovani: far capire che i propri dati personali hanno un valore”.
“Sembra contraddittorio pensare a dei confini del digitale e proprio per questo il titolo di questo convegno è interessante – ha proseguito -. Il 90% dei dati immagazzinati nei sistemi informatici è stato prodotto negli ultimi due anni. Nei prossimi cinque anni ci saranno 1 miliardo di nuovi utenti e 50 miliardi di nuovi device. Nessuno può pensare di disciplinare questo universo con la legge nazionale”.
Bongiorno ha parlato anche della situazione della pubblica amministrazione in Italia, sottolineando che l’età media dei dipendenti è superiore a 50 anni. “Per questo sto cercando di fare formazione per il digitale – ha spiegato -. Servirà tempo, ma è un processo che porteremo avanti con il Garante della Privacy. Siamo all’anno zero e questo è il motivo per cui ho emanato una circolare per la nascita del responsabile della trasformazione digitale”.
La mattinata è proseguita con il panel “Dalle smart cities allo scoring del cittadino”, in cui Francesco Radicioni, corrispondente dall’Asia per Radio Radicale, ha esposto il sistema applicato dal governo cinese tramite applicazioni come WeChat, le telecamere nelle città e il controllo sugli acquisti effettuati. Nella seconda tavola rotonda, si è approfondito il tema delle “minacce cibernetiche” e della “sicurezza nazionale”. Il Giudice costituzionale, Giuliano Amato, e Maurizio Molinari, direttore de La Stampa, hanno invece preso parte al dibattito sulla “sovranità nell’era digitale”.