Con una nuova iniziativa legislativa sulla sicurezza stradale il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro intende sollecitare interventi normativi tesi al rafforzamento dell’efficacia dei piani nazionali: a) integrando la fase ascendente di costruzione del piano e quella della verifica degli esiti del monitoraggio; b) prevedendo un utilizzo più cogente e sistematico delle campagne di informazione e prevenzione anche con riferimento all’art. 3, della legge n. 150/2000; c) ampliando le competenze delle città metropolitane con riferimento alle infrastrutture destinate alla circolazione dei ciclisti, che restano tra gli utenti della strada più vulnerabili.
Una delle iniziative legislative proposte prevede inoltre il rilancio della Consulta nazionale per la sicurezza stradale operante presso il CNEL. Istituita nel gennaio 2001 e prevista dal Piano nazionale per la sicurezza stradale è composta da consiglieri Cnel da rappresentanti delle forze sociali, delle Amministrazioni centrali, regionali e locali e dai soggetti economici competenti.
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I testi, approvati dall’Assemblea del CNEL (relatore il consigliere Gian Paolo Gualaccini) insieme al Quaderno scientifico curato da Sgalla e a una nuova consultazione pubblica aperta a tutti i cittadini, sono presentati ai sensi dell’art. 99 della Costituzione.
Nello specifico, le proposte di legge riguardano “Modifiche alla legislazione vigente sulla pianificazione, l’attuazione e il monitoraggio degli interventi in materia di sicurezza stradale. Costituzione della Consulta nazionale per la sicurezza stradale e per la mobilità sostenibile” (C. 2144); “Modifiche al codice della strada in materia di sicurezza del lavoro e per il sostegno del lavoro meccanizzato in agricoltura” (C. 2145); “Interventi di modifica al codice della strada per il rafforzamento dell’effettività delle prescrizioni. Protezione degli utenti vulnerabili. Controllo diffuso. Semplificazione e contenimento della spesa” (2146)”.
“E’ urgente una riforma del codice della strada”. Lo afferma il Prefetto Roberto Sgalla, ex direttore centrale delle specialità della Polizia di Stato, in un’intervista al canale Youtube del CNEL a commento delle iniziative legislative sopra richiamate. “Purtroppo, l’obiettivo che l’Europa ci aveva dato, arrivare al 50% della riduzione di morti, cioè meno di 2000, entro il 2020, probabilmente non è più raggiungibile. Però, un ulteriore sforzo è d’obbligo e ci induce ad alcune riflessioni”.
Il Prefetto Sgalla, che con la collaborazione di Giandomenico Protospataro e Alessandro Abruzzini, ha curato il nuovo Quaderno del CNEL sulla sicurezza stradale, ripropone l’urgenza della riforma del Codice della Strada. Riforma a cui l’Assemblea del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro ha provato ad imprimere un’accelerazione approvando i 3 disegni di legge sul tema, peraltro già annunciati alla Camera dei Deputati.
“La prima riflessione è un auspicio – continua Sgalla – Il Parlamento riprenda l’esame del disegno di legge sulla riforma del Codice della Strada in particolar modo per provare ad arginare l’aspetto della distrazione alla guida. La distrazione oggi è una delle cause maggiori dell’incidentalità stradale, se non la prima in assoluto, e quindi c’è l’esigenza di introdurre maggiori e più efficaci sanzioni come la sospensione immediata della patente. L’altro auspicio è che il governo rimetta all’ordine del giorno un disegno organico di riforma, cioè una vera e propria legge delega per il Codice della Strada. Gli interventi che possono interessare singoli argomenti sono sicuramente positivi ma oggi c’è bisogno di una legge delega, per affrontare le tante innovazione che riguardano la mobilità, che hanno comportato un aumento considerevole di veicoli circolanti, vuoi per le novità che sono state introdotte come l’auto elettrica, l’e-bike o la guida autonoma”.
“Accanto a questo c’è un terzo aspetto fondamentale che è quello dell’informazione e della formazione, partendo dai giovani e dai ragazzi ma estendendo poi questi due aspetti a tutte le categorie. Il tema delle campagne di sensibilizzazione rimane fondamentale”.
“Un ultimo aspetto è quello delle infrastrutture – conclude Sgalla – perché non si può parlare di sicurezza stradale senza guardare allo stato in cui versano le infrastrutture. L’Italia ha bisogno di un grande piano per rimettere in efficienza le infrastrutture e rivedere la segnaletica orizzontale e verticale. Purtroppo alcune di queste, specialmente quelle per gli utenti deboli, sono insufficienti e sono la principale causa di incidenti. E non dimentichiamoci dei pedoni, dei ciclisti e motociclisti, tra le categorie che pagano forse il prezzo più alto in termini di mortalità perchè sono più esposti al pericolo”.