Colpo di scena! Forse non conviene rottamare le cartelle Equitalia. E’ proprio così? Finora, tutti hanno raccomandato ai contribuenti di cogliere questa occasione. E ora, qualcuno, dice il contrario. Facciamo un passo indietro per capire di cosa si tratta e come sia meglio regolarsi. La norma ci dice che fino al 21 aprile è possibile presentare la domanda per rottamare una o più cartelle di Equitalia, che potranno così essere pagate con sconti su sanzioni e interessi in cinque rate in 14 mesi. Secondo alcuni esperti, come l’avvocato Franco Muratori, non è sempre conveniente la rottamazione per diversi motivi. In primo luogo, bisogna essere “attenti a pagare entro la scadenza fissata, altrimenti verrà annullato il rateizzo”. Inoltre, gli sconti “sono più alti per le cartelle più vecchie e queste, spesso, sono andate in prescrizione”. Facendo domanda, si rinnoverebbe la pendenza e sarà quindi obbligatorio versare soldi non più dovuti. Infine, i rischi concreti che Equitalia possa mettere all’asta la casa, ottenere un fermo amministrativo di un’autovettura o trattenere parte di uno stipendio sono inferiori nella realtà a quanto percepito dalle persone che hanno pendenze con l’agenzia di riscossione.
La convenienza ad aderire ci sarebbe – sempre secondo gli esperti – soltanto se si devono importi bassi e solo se si è sicuri di pagare per tempo le rate. “Complessivamente – ricordano – sono 14 mesi, con cinque scadenze, con le prime due non inferiori a un terzo del totale dovuto. Quindi il 60% dovrà essere pagato entro tre mesi. A fronte di una parola, ‘rottamazione’, che fa pensare a chissà quale sconti, in realtà questi sono molto contenuti e riguardano solamente le sanzioni e gli interessi di mora. Ci troviamo quindi nella situazione per cui una cartella da 50mila euro viene ridotta di un 10%, massimo 20%”.
Il problema è, spiega Muratori, che “nel giro di pochissimi mesi bisognerà pagare la maggior parte di questa somma. Chi non paga le cartelle lo fa perché solitamente non ha soldi e non può addirittura sostenere una normale rateizzazione a dieci anni”. A suo parere, questa agevolazione è “un’arma a doppio taglio, che consiglio a pochissimi, solo a chi facendo i conti ha i soldi per pagare”. C’è poi un altro aspetto “paradossale” di cui il contribuente deve tener conto: le cartelle che, se rottamate danno un effettivo risparmio, sono quelle più vecchie, vicine al 2000. Nella maggior parte dei casi, guarda caso, sono però andate in prescrizione. Dunque, lo sconto più consistente si avrebbe quando il debito non è più esistente, in quanto prescritto.
Modesto anche il rischio per il contribuente di vedere la casa messa all’asta o di subire una trattenuta su una parte dello stipendio. “Avere un debito con Equitalia – spiega l’avvocato – non comporta particolari problemi per un cittadino, poiché non è possibile procedere al pignoramento dell’immobile se il debito non è di almeno 120mila euro ed è necessario che questo immobile non sia l’unico di proprietà della persona e che non venga utilizzato come prima abitazione. In caso di debiti inferiori è possibile che venga iscritta ipoteca, ma nessuno toccherà mai l’immobile”.
“Anche per quanto riguarda lo stipendio, continua Muratori, i lavoratori dipendenti che percepiscono fino a 2500 euro al mese di stipendio hanno la possibilità di veder pignorata la retribuzione al massimo del 10%. In sostanza, un’incidenza limitata sul reddito. Invece, Equitalia può procedere al fermo amministrativo dell’auto senza nemmeno comunicarlo all’interessato che non avrebbe la possibilità di difendersi.