Proficuo quest’ultimo Consiglio sull’ambiente, tenutosi il 13 scorso, in sede Ue. I ministri dei Paesi membri dell’ Unione europea hanno preso importanti decisioni con implicazioni per i settori che non rientrano nell’ambito di applicazione del Sistema di scambio di quote di emissione (ETS) di gas climalteranti; sull’Accordo di Parigi e la prossima COP 23; e sulle priorità Ue all’Assemblea ONU per l’ambiente. Di seguito un sintetico rendiconto punto per punto
Settori non ETS (condivisione degli sforzi e LULUCF) – Il Consiglio ha concordato le sue posizioni negoziali relative al Regolamento sulla condivisione degli sforzi e al Regolamento sull’uso del suolo, il cambiamento di uso del suolo e la silvicoltura (LULUCF): atti legislativi che permetteranno di ridurre le emissioni di gas a effetto serra nei settori che non rientrano nell’ambito di applicazione del Sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (EU- ETS). Ora, saranno avviati i negoziati con il Parlamento europeo.
Conferenza ONU sul clima (COP23) – In preparazione della 23ª sessione della Conferenza delle parti (COP 23) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) che si terrà a Bonn dal 6 al 17 novembre 2017, il Consiglio ambiente del 13 ottobre ha adottato Conclusioni sull’Accordo di Parigi. La crescente intensità e/o frequenza di eventi meteorologici estremi che hanno causato numerosi morti e massicci trasferimenti della popolazione, hanno avuto un impatto sulla sussistenza e la salute umana di milioni di persone in tutto il mondo, e hanno provocato danni per miliardi di euro alle infrastrutture e agli ecosistemi. L’UE è quindi determinata a rimanere in prima linea per quanto riguarda gli sforzi globali nella lotta ai cambiamenti climatici. Insiste .sull’importanza critica di un ordine mondiale fondato su regole avente il multilateralismo quale principio di base e le Nazioni unite quale elemento centrale per un mondo pacifico e sostenibile. E ribadisce che l’Accordo di Parigi è irreversibile; e che la sua piena integrità e attuazione sono cruciali per la sicurezza e la prosperità del pianeta.
I ministri dell’ambiente dei paesi membri dell’Unione europea sottolineano l’importanza di compiere progressi sostanziali nell’attuazione dell’Accordo di Parigi (programma di lavoro di Parigi), nei preparativi del dialogo di facilitazione del 2018 e nell’attuazione dei contributi stabiliti a livello nazionale (NDC) nei rispettivi paesi.
I ministri hanno inoltre accolto con favore le conclusioni del Consiglio sui finanziamenti per il clima adottate il 10 ottobre. L’UE e i suoi Stati membri hanno riaffermato il pieno impegno a contribuire all’obiettivo sottoscritto collettivamente dai paesi sviluppati di mobilitare congiuntamente 100 miliardi di dollari USA all’anno entro il 2020 e fino al 2025.
Priorità UE per l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente – L’Assemblea del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente – programma che definisce l’agenda globale in materia di ambiente, promuove l’attuazione coerente della dimensione ambientale dello sviluppo sostenibile all’interno del sistema delle Nazioni Unite (ONU) e svolge il ruolo di autorevole difensore dell’ambiente mondiale – è il più alto organo decisionale in materia di ambiente a livello mondiale. La sua prossima 3a sessione si terrà a Nairobi – nel dicembre 2017 – all’insegna del tema “Towards a Pollution Free Planet” (Verso un pianeta senza inquinamento) e avrà l’obiettivo di avanzare azioni ambiziose, efficaci e collaborative tese a prevenire e ridurre l’inquinamento, il cui impatto transfrontaliero – e le cui conseguenze scientificamente dimostrate – spesso vanno ben oltre l’ambiente, ripercuotendosi anche sulla salute e sul benessere delle persone. In vista di questa sessione, il Consiglio ambiente dell’Unione europea – nelle sue Conclusioni – ha indicato le proprie priorità in materia ambientale. E – a differenza degli USA di D. Trump – ha riconfermato una serie di impegni multilaterali: attuazione integrata dell’Agenda 2030 e degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), del programma d’azione di Addis Abeba sul finanziamento dello sviluppo, dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica, degli Accordi sulle sostanze chimiche e sui rifiuti e degli altri accordi ambientali (sull’inquinamento marittimo, transfrontaliero, atmosferico, delle città, relativo all’economia circolare ecc.).
Per l’Unione, c’è da tener conto del fatto che “secondo le stime, 6,5 milioni di persone in tutto il mondo muoiono prematuramente ogni anno a causa dell’esposizione all’inquinamento atmosferico interno ed esterno; il 58% dei casi di malattie diarroiche è dovuto all’inquinamento delle acque e al mancato accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari ; 2 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso alla raccolta dei rifiuti solidi; si pensa che tra i 4,8 e i 12,7 milioni di tonnellate metriche di rifiuti di plastica siano stati riversati negli oceani nel 2010 e che 557 specie tra tutti i gruppi di fauna selvatica rimangano impigliate in detriti di plastica o ingeriscano tali detriti in mare; e che i costi dell’inquinamento chimico (composti organici volatili, piombo, mercurio) ammontino a 480 miliardi di dollari USA”. L’Ue e i suoi Stati membri (tra l’altro) invitano a “presentare – prima della terza sessione dell’Assemblea – azioni specifiche di lotta al fine di registrare gli impegni volontari pertinenti” nel quadro della sessione.