Catania, fino al 15 maggio, nell’open space di Castello Ursino, ospiterà l’anteprima di ‘Aspettando Connessus: Artisti di frontiera per i popoli in fuga’.
Questa iniziativa nasce per presentare il primo evento del Programma Connessus, che partirà nel 2017, ‘Jihart – Arte e Pace’, promosso dall’associazione Salvatoriana Cascada onlus. Il programma internazionale sarà poi portato negli altri quattro continenti.
Il cuore di Connessus è rappresentato dalla Neth, una scultura di dodici metri d’altezza realizzata da quattro artisti aderenti al movimento NethArs: Giusy D’Arrigo, Giuseppe Rogolino, Rosario Genovese, il quarto, ancora da definire, sarà un artista proveniente da una di quelle terre dilaniate dalla guerra. In un lato della Neth, sono state incastonate sei pietre provenienti da sei luoghi: Iraq, Libano del sud, Afghanistan, Kosovo e Centro Africa, reliquie di guerra gentilmente offerte dall’inviato di RaiNews24 Ettore Guastalla.
La scultura sarà eretta al centro dell’Agorà Connessus, uno spazio progettato per far incontrare e interagire il mondo della cultura e i cittadini. Una piazza “in grado di generare quella scintilla necessaria a riavviare un nuovo e sempre più necessario processo di cambiamento”.
Ma l’aspetto più importante di Connessus, basato sul volontariato, è quello di generare un volano economico mirato al sostegno dei profughi di guerra. “Il messaggio che passa oggi – scrive Rogolino, laico salvatoriano e presidente dell’Associazione Cascada – è che la strada della felicità passa per lo shopping, noi di Connessus invece siamo certi che la strada per la felicità passa per la conoscenza nella condivisione”.
Intorno alla Neth saranno esposte sette opere di Giusy D’Arrigo e sette di Rogolino sul tema dei profughi di guerra.
‘Aspettando Connessus: Artisti di frontiera per i popoli in fuga’ sarà una performance artistica senza separazione fra visitatori ed artisti, perché Connessus mira a far sentire le persone parte dell’opera: “è molto diverso osservare un’aquila che vola, dal volare insieme ad essa”, scrive Rogolino. L’aspetto più drammatico del profugo, infatti, “è quello di non essere recepito per ciò che realmente è, poiché quasi sempre viene distorto da luoghi comuni e paure spesso infondate”.
“Per i siciliani però non è così – sottolinea – perché il primo approdo sicuro per i popoli in fuga è proprio la Sicilia, una terra con radici culturali profonde e antiche, abitata da un popolo che ha provato sulla propria pelle secoli di fughe e lotte per la libertà”. “Il mondo della cultura si sta muovendo verso questa direzione, ottenendo ottimi risultati, come per l’Orso d’Oro del Festival di Berlino assegnato al film ‘Fuocoammare’ del regista Gianfranco Rosi”, osservano infine ottimisti D’Arrigo e Rogolino. ‘Connessus’ è sotto il patrocinio di VoleRai, la Consulta Rai per il Volontariato, e della Lega Ottimisti d’Italia.