Bartali, oltre ad essere un campione delle due ruote, si distinse durante la seconda guerra mondiale, per il coraggio con cui collaborò per salvare dalla deportazione alcune famiglie.
L’autunno del ’43 è stato uno dei momenti più terribili della guerra. Bartali iniziò a trasportare documenti falsi da Assisi, dove c’era una stamperia clandestina, al vescovo di Firenze che poi li distribuiva agli ebrei per farli espatriare.
Questa rete ebraico-cristiana, messa in piedi a seguito dell’occupazione tedesca e all’avvio della deportazione degli ebrei, ha salvato centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati dai territori prima sotto controllo italiano.
Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme spiega che Bartali, “un cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’arcivescovo della città cardinale Elia Angelo Dalla Costa“.
Proprio per questo il 16 maggio per ricordare l’impegno del campione, dichiarato Giusto tra le nazioni, si terrà questa pedalata per rendere omaggio alla memoria di Ginettaccio.
A guidare gli atleti israeliani sarà il team manager Ran Margaliot, che ha fortemente ha voluto questa iniziativa, annunciata da alcuni giorni con un video: “Mio nonno è stato uno dei primissimi ricercatori dello Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme – racconta Margaliot – Da lui ho appreso che non bisogna dimenticare i torti subiti, ma al tempo stesso che bisogna dare evidenza alle azioni meritorie”.
La pedalata partirà, alla vigilia della tappa del Giro d’Italia con partenza da Ponte a Ema, la città natale di Bartali.
Sarà tra gli altri con la squadra il giornalista fiorentino Adam Smulevich, che nel 2010 raccolse su Pagine Ebraiche la testimonianza inedita dell’ebreo fiumano Giorgio Goldenberg (nascosto da Bartali in una casa di sua proprietà alla periferia di Firenze). Ad oggi l’unica testimonianza diretta di quei giorni.