Tra il 510 e il 500 a.C, gli ateniesi instaurarono la prima costituzione democratica del mondo, una forma di governo che raggiunse la propria perfezione grazie alle riforme introdotte da Pericle mezzo secolo dopo. Grazie a queste riforme, l’Atene di Pericle riuscì a scoprire periodi di grandezza mai raggiunti sino ad allora.
Questo portò, molti anni dopo, alla formulazione del moderno concetto di democrazia.
Il principio alla base dei contemporanei governi democratici, fu proposto da John Stuart Mill. Ed oggi, grazie alla visione pionieristica di questi filosofi e pensatori, molti di noi godono dei benefici che ne derivano.
Anche se la democrazia lasciataci in eredità è spesso criticata per le sue inefficienze.
Moltissimi politici, cadono nella tentazione, cavalcando l’onda popolare legata ai desiderata ma, soprattutto ai pregiudizi della massa, di credere di assicurarsi la popolarità proponendo l’ennesima battaglia contro le “lungaggini” delle procedure parlamentari, contro tutto ciò che odora di “apparato”, proponendo, ancora una volta, una visione dal chiaro sapore populistico.
Non capendo che la popolazione, nelle democrazie più che negli altri governi, ha bisogno di comprendere e affrontare la realtà, dal momento che le sue opinioni hanno forte incidenza sulle decisioni dello Stato.
Già Pericle aveva capito che non si può percorrere questa strada.
E così, nei suoi discorsi, si rifiutava di lusingare il popolo e di fare appello ai suoi pregiudizi, al contrario, lo metteva al corrente delle circostanze, fornendo consigli su come affrontarle.
Tucidide riferisce la sintesi che Pericle dava della qualità necessarie a un uomo di Stato: “Sapere quel che va fatto ed essere capace di spiegarlo; amare il proprio paese ed essere incorruttibile”.
Questo modus operandi sarà l’argomento centrale del libro che il nostro Direttore, Lucio Alessio D’Ubaldo, pubblicherà a breve e che vedrà analizzata la figura di Alcide De Gasperi, l’antidemagogo per eccellenza. Un uomo che per molti versi ricorda la figura del politico ateniese.
Infatti fu uno dei pochi, analizzando il periodo, che non si lasciò andare a forme di popolarità facile, ma che seppe esercitare l’arduo compito di far nascere nel popolo l’amore e l’entusiasmo per questa nostra nazione e per la Costituzione che la sorregge.
L’uomo che fu in grado di parlare con le masse per spiegargli come sopportare la durezza e i sacrifici che il periodo imponeva.
L’antipopulista che deve esser ricordato e studiato, per non perdere una tradizione che ci pone ai vertici europei della storia democratica.