Attraverso un’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e, a livello internazionale, dalle Agenzie europee Eurojust ed Europol, la Polizia ha portato a termine un’indagine nel settore del contrasto al fenomeno delle Internet Protocol Television illegali. Si tratta di un sistema di trasmissione di segnali televisivi su reti informatiche, in particolare su Internet. I pirati informatici agivano utilizzando un collettore che permetteva di vedere gratuitamente programmi di tv a pagamento. Dopo varie analisi la Polizia postale e delle comunicazioni è riuscita ad individuare le sorgenti estere dalle quali partiva il segnale usurpatore e a risalire ai gestori del canale stesso.
I contenuti protetti da copyright venivano prima acquistati lecitamente, come segnale satellitare; successivamente, attraverso una complessa infrastruttura tecnica e organizzativa, venivano trasformati in dati informatici e in flussi audi-/video. A questo punto, una rete criminale, fatta di rivenditori ed utenti finali, diffondeva il segnale. Per agire ottimizzando il tutto era sufficiente una semplice connessione Internet domestica e un’apparecchiatura idonea alla ricezione conosciuta in gergo come “pezzotto”.
Tutto questo, oltre a rappresentare un rilevante danno alle aziende che operano nel settore televisivo e a commettere un reato, ha dato luogo all’inserimento di uno strumento come il “pezzotto” all’interno di molte abitazioni significando un potenziale “cavallo di troia” da cui interagire sul sistema di videosorveglianza, sull’antifurto se non addirittura sulla complessa domotica delle diverse abitazioni colpite. La situazione non è, insomma, da sottovalutare e a metterlo in evidenza è anche l’ottavo Rapporto Clusit che sottolinea come il 2018 sia stato l’anno peggiore di sempre in termini di evoluzione delle minacce “cyber” e dei relativi impatti sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo, rilevando un trend di crescita degli attacchi, della loro gravità e dei danni conseguenti mai registrato in precedenza. Nell’ultimo biennio l’aumento del numero di attacchi gravi si è attestato a 10 volte in più rispetto ai due anni precedenti. Non solo, la Severity media di questi attacchi è contestualmente peggiorata, agendo da moltiplicatore dei danni.
Lo scorso anno sono stati raccolti e analizzati 1.552 attacchi gravi (+ 37,7% rispetto al 2017), con una media di 129 attacchi importanti al mese. In questo quadro d’insieme Clusit si è avvalso dei dati relativi agli attacchi rilevati dal Security Operations Center (SOC) di Fastweb, che ha analizzato la situazione italiana sulla base di oltre 40 milioni di eventi di sicurezza. L’approfondimento degli attacchi è poi stato completato da due contributi tecnici: il “Rapporto 2018 sullo stato di Internet – Analisi globale degli attacchi di DDoS, applicativi e furto di identità” a cura di Akamai e “Email security: i trend rilevati in Italia nel corso del 2018” a cura di Libraesva.