Nel primo trimestre di quest’anno la crescita dell’economia europea si è in qualche misura rafforzata grazie a una serie di fattori temporanei, quali le miti condizioni atmosferiche dell’inverno e l’aumento delle vendite di automobili. All’accelerazione hanno altresì contribuito le misure di politica di bilancio rivolte alle politiche familiari in diversi Paesi membri. Nel quadro generale, però, le prospettive a breve termine per l’economia europea sono oscurate da fattori esterni, tra cui le tensioni commerciali a livello mondiale, nonché varie incertezze a livello politico, che continuano ad incidere sulla fiducia nel settore manifatturiero, il più esposto al commercio internazionale. Politiche che si prevede incideranno negativamente sulle prospettive di crescita almeno per l’intero anno.
Ne risulta che le previsioni di crescita del Pil per la zona euro restano invariate all’1,2 % mentre quelle riferite al 2020 sono state leggermente riviste al ribasso (1,4 %) a seguito del ritmo più modesto di crescita dei prossimi mesi. Per l’anno in corso e per il prossimo Bruxelles prevede stabilità per tutti gli Stati membri, che sarà significativamente più forte in determinate aree come, ad esempio, in Europa centrale e orientale, Malta e Irlanda rispetto ad altre come Italia e Germania. La lettura degli analisti riferita all’inflazione complessiva nella zona euro è stata abbassata di 0,1 punti percentuali per l’anno in corso e per il prossimo, principalmente per il calo dei prezzi del petrolio e delle prospettive economiche più deboli.
Per la zona euro è prevista un’inflazione (indice armonizzato dei prezzi al consumo) media dell’1,3 %, sia nel 2019 che nel 2020 (previsioni di primavera: 1,4 % nel 2019 e 2020), mentre la previsione per l’Ue è in media dell’1,5 % nel 2019 e dell’1,6 % nel 2020 (previsioni di primavera: 1,6 % nel 2019 e 1,7% in 2020). I rischi per le prospettive economiche globali restano interconnessi e sostanzialmente tendenti al negativo. Il protrarsi del conflitto economico tra Stati Uniti e Cina, insieme al permanere delle incertezze sulla politica commerciale degli Usa, potrebbero prolungare l’attuale fase di contrazione del commercio mondiale e delle attività manifatturiere con criticità per altre regioni e settori. Questo quadro d’insieme potrebbe avere conseguenze sull’economia mondiale, anche a seguito di oscillazioni dei mercati finanziari. Le tensioni in Medio Oriente, inoltre, aumentano le possibilità di un’impennata dei prezzi del petrolio. A livello interno, infine, è la Brexit la principale fonte di incertezza.