Il rilancio della crescita e dello sviluppo per l’Italia passa attraverso diversa strade come la digitalizzazione dei processi industriali e delle procedure burocratico-amministrative, grazie alla diffusione della Banda Ultra Larga, e alla promozione della green economy. Uno dei percorsi possibili, anzi auspicabili, ad esempio, riguarda l’innovazione energetica degli edifici del nostro Paese, dalla quale deriverebbero risultati e vantaggi sorprendenti. Si genererebbero un volume d’affari per le imprese del settore superiore ai 29 miliardi di euro (nel quinquennio 2018-2022); posti di lavoro per 130.000 persone; investimenti in ricerca e sviluppo (r&s) fino a 290 milioni di euro; un risparmio sulle bollette per le utenze energetiche di 2,5 miliardi di euro all’anno; un gettito annuo di 4,8 miliardi di euro (in particolare Ires e Iva), conseguente al maggiore fatturato; la mancata emissione nell’atmosfera di ben 5,4 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, equivalenti alla mancata circolazione di 2,7 milioni autoveicoli. Tutto ciò qualora si intervenisse solo sul 20% delle abitazioni del centro e nord Italia, sempre nel periodo 2018-2022. Lo rivela lo “Studio sull’innovazione energetica negli edifici in Italia”, realizzato per ENGIE – impresa energetica francese leader nel settore della produzione e distribuzione di energia elettrica, nel settore del gas naturale e dell’energia rinnovabile – presentato al V “Forum Engie”, in collaborazione con Anci e Ambrosetti. Accanto alle notevoli opportunità, tuttavia, l’azienda vede anche alcuni ostacoli da superare. “Guardiamo con attenzione l’iter della Legge di Bilancio/ Ddl Stabilità 2018 – ha dichiarato Olivier Jacquier, amministratore delegato di Engie Italia – che auspichiamo possa dare una spinta decisiva a questo settore, rafforzando le regole e gli incentivi alla riqualificazione degli edifici pubblici e privati. Engie in Italia è impegnata attivamente nel promuovere l’efficienza energetica, come dimostrano i 10.000 edifici, di cui 3.500 scuole, sui quali siamo intervenuti con progetti mirati non solo in ambito energetico, ma anche finalizzati a migliorare la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini e l’ambiente. L’efficienza energetica degli edifici porterà crescita, risparmi, occupazione e benefici per l’ambiente”.
Per la prima volta, si è fotografato lo “Status Energetico” del parco edifici nazionale, con risultati decisamente migliorabili: anche solo considerando le regioni del Nord e del Centro, solo il 7%, degli immobili residenziali e il 6% dei non residenziali è in una classe energetica di qualità elevata (A+, A, B), con una netta maggioranza degli immobili ancora confinata nelle classi peggiori (F, G). D’altra parte, l’80% degli edifici è stato costruito prima del 1990, anno in cui sono stati introdotti nuovi requisiti energetici. Di conseguenza, molto rimane da fare, nonostante i 31 miliardi di euro investiti in efficienza energetica negli ultimi dieci anni, con il 65% di questa somma indirizzata specificamente agli edifici (il restante 35% all’industria); e se si considera, inoltre, che i consumi energetici di quest’ultimi rappresentano ben il 40% dei consumi totali di energia in Italia e nella media europea.