Il tema migranti è sempre più caldo sia in Italia che in Europa. L’approdo al Senato del ddl sullo Ius soli è stato accolto ieri da urla fuori e dentro Palazzo Madama. Non appena il Senato ha dato il via all’esame, nell’emiciclo è iniziata la protesta della Lega Nord. Prima le grida, tra cui un ‘vaffa’ partito dal senatore del Carroccio Sergio Volpi in direzione della presidenza – costatogli qualche minuto di espulsione dall’Aula – poi il balzo sui banchi di un gruppo di senatori leghisti con tanto di cartelli alla mano: “Stop all’invasione”, “Prima gli italiani”, “No Ius soli”. Infine con il capogruppo del Carroccio Marco Centinaio che è arrivato ad aggrapparsi ai banchi del governo.
Nel Parlamento europeo si discute invece del permesso di soggiorno di 5 anni per i richiedenti asilo in tutta la Ue. E’ questa la richiesta più importante avanzata ieri dalla commissione Libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento Ue approvando la revisione delle condizioni legate alla concessione dello status di rifugiato. Gli eurodeputati della Libe hanno approvato anche la modifica delle condizioni per l’accesso alla Carta blu, la green card europea per i lavoratori qualificati.
Sull’asilo si passa da una direttiva a un regolamento e quindi a una maggiore omologazione del modo in cui vengono valutate e gestite le richieste d’asilo e dei diritti che vengono concessi a chi riceve la protezione internazionale. Tra questi, appunto, un permesso di soggiorno di 5 anni, mentre ora variano nella Ue da 1 a 5. L’obiettivo di questa omologazione è quello di evitare movimenti secondari, il cosiddetto turismo dell’asilo, e di promuovere l’integrazione dei richiedenti asilo. La Commissione Libe ha respinto la proposta della Commissione Ue per una revisione obbligatoria delle condizioni, per esempio la situazione di guerra in Siria, che portano alla concessione dell’asilo.
Non è passata anche la richiesta di includere nel regolamento pure i cosiddetti rifugiati climatici, ossia le persone costrette a raggiungere la Ue a causa degli effetti del cambiamento climatico. “E’ un importante passo in avanti per un efficace e umano sistema di asilo nella Ue”, il commento della relatrice, la slovena Tania Fajon del gruppo S&D. Inoltre “la revisione”, continua Fajon, “diminuirà il peso burocratico per gli Stati membri”. Non appena il Consiglio avrà definito una sua posizione comune, inizieranno i negoziati con il Parlamento per definire i nuovi requisiti per l’asilo nella Ue.
Sempre oggi la Libe ha approvata anche la riforma della Blue Card, il sistema di ingresso per i lavoratori molto qualificati. Sono stati resi più flessibili i requisiti ed è stato eliminato il sistema di concorrenza per Paesi, riunendo tutti i diversi programmi in un unico europeo. In vigore dalla fine del 2011, la Blue Card è stata fino ad ora utilizzata quasi esclusivamente dalla Germania. L’obiettivo della revisione è quello di facilitarne ed ampliarne l’utilizzo anche agli altri Paesi Ue.