Sarà sperimentata a Prato la prima infrastruttura italiana per la comunicazione quantistica civile tramite fibra ottica. Un sistema di trasmissione dati assolutamente sicuro grazie alla tecnologia quantistica anziché classica, già testata a livello internazionale in campo militare e, ad esempio in Svizzera e Austria, tra istituti bancari. La mattina di lunedì 18 dicembre è stato firmato il Protocollo d’intesa tra Comune di Prato, Consiglio nazionale delle Ricerche e Università di Firenze per dare il via alla sperimentazione. Presenti il sindaco Matteo Biffoni, il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei e il presidente del Cnr Massimo Inguscio. Grazie a questo tipo di sperimentazione, la prima a livello nazionale, verrà creata una sede del Cnr a Prato nella quale opererà una task force in una sede ancora da definire.
Sul piatto anche la prospettiva di fondi europei, nel programma Quadro di Ricerca Horizon 2020. Nel 2018 la Commissione Europea varerà infatti la “Flagship in Quantum Technologies (QT) un programma di ricerca decennale con un investimento complessivo di un miliardo di euro da reperire attraverso uno sforzo comune fra UE, Stati membri e, possibilmente, partner industriali o altri soggetti economici, a partire dal 2018. L’investimento previsto dalla Commissione nella fase iniziale (2018-2021) è di circa 160 milioni di euro.
Mentre oggi la sicurezza nelle comunicazioni è affidata ad algoritmi di cifratura complessi che possono essere decodificati da computer sempre più potenti, il sistema di comunicazione quantistica rende intrinsecamente impossibile l’intercettazione sostanziale di informazioni: la trasmissione prevede infatti la scomposizione dei dati in fotoni dall’apparecchio trasmittente che solo l’apparecchio ricevente può ricomporre in maniera corretta. Un tentativo di intercettazione può portare solo all’interruzione, senza alcuna possibilità di comprensione della comunicazione, e verrebbe facilmente colto dal destinatario.
La scelta di Prato è stata strettamente legata alla sperimentazione del 5g sul territorio: “Migliorare i servizi ad aziende e cittadini, migliorare la loro sicurezza, significa anche questo. La sicurezza informatica non è un tema di fantascienza, ma un’esigenza concreta alla quale la tecnologia può offrire risposte e con questa sperimentazione che sarà realizzata a Prato l’Italia sarà uno dei Paesi più all’avanguardia dell’Unione europea – ha spiegato il sottosegretario Giacomelli -. La scelta del Governo di investire sulla banda ultra larga in cinque città, quando all’Europa ne sarebbe bastata una, è legata all’obiettivo di fare dell’Italia un hub europeo che sfrutti la nostra capacità di fare ricerca, la nostra imprenditorialità, creatività e talento”.
“L’Università di Firenze, grazie al contributo di eccellenza che il Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare sta dando allo sviluppo delle conoscenze e delle nuove tecnologie basate sulla meccanica quantistica, potrà dare l’apporto della sua ricerca alla creazione delle infrastrutture per le comunicazioni del futuro – ha sottolineato il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei -. L’interazione della ricerca con il trasferimento tecnologico e la sinergia con il territorio permettono all’Università di raggiungere uno dei suoi obiettivi principali, contribuire a migliorare le condizioni di vita della società del domani”.
“Sulle tecnologie quantistiche le maggiori potenze europee stanno investendo moltissimo per avere sistemi di comunicazione intrinsecamente sicuri, impossibili da intercettare – ha osservato il presidente del Cnr Inguscio -. L’Unione Europea nei prossimi dieci anni investirà in questo campo oltre un miliardo di euro. Il successo italiano nelle tecnologie quantistiche a livello mondiale è merito dell’eccellenza scientifica e di ricerca, della determinazione, talento, creatività dei nostri ricercatori in questo innovativo campo e, al tempo stesso, frutto della splendida sinergia tra le istituzioni e centri di sapere scientifico e di ricerca nel nostro Paese e in Europa, tra cui i vari ministeri coinvolti, gli enti locali e singoli comuni, enti di ricerca e università”.