“Abbiamo davanti 15 mesi che possono rivelarsi decisivi se si colgono alcune opportunità per il futuro dell’Ue, oppure che possono confermare la situazione difficile”, ha esordito il premier Paolo Gentiloni nella sua comunicazione in aula alla Camera sul prossimo Consiglio Ue. “Noi siamo decisamente dalla parte di chi promuove maggiori livelli di integrazione e politiche comuni europee, è sempre stata la posizione dei Governi italiani e la confermiamo oggi senza esitazione – ha poi aggiunto – Non possiamo permetterci di passare dalla tempesta perfetta del 2015-2016 a occasioni perdute nel 2017-2018. Il rischio è essersi lasciati alle spalle una crisi pericolosa per il destino europeo e rassegnarsi però all’idea che si avanti con quello che c’è per piccoli passi, a velocità dettata dagli ultimi vagoni del treno europeo, cioè paesi che vogliono avere vantaggi dall’Europa ma non obiettivi comuni. Noi vogliamo più Europa e non contrapponiamo il nostro paese all’Ue. Deve essere chiaro – Gentiloni ha proseguito – che sulla grande discussione di come un maggiore impegno europeo debba diventare un impegno anche per l’Europa della crescita e del lavoro i passi in avanti sono tutti da fare e il confronto europeo tra posizioni diverse resta aperto. Si tratta di un capitolo fondamentale in cui il paese deve presentarsi unito e forte”. Venendo poi a toccare alcune questioni strategiche, il premier ha detto: “Siamo consapevoli di quanto il tema migratorio sia al centro dell’interesse dei concittadini europei . L’Italia si presenta al dibattito come un paese orgoglioso di poter dare il buon esempio e mostrare i risultati di quello che abbiamo portato avanti. L’Italia è stato il paese più impegnato nel salvataggio delle vite umane in mare: come ha detto Junker l’Italia ha salvato l’onore dell’Europa. Un orgoglio che ci consente di essere molto esigenti verso altri paesi dell’Ue”. Quanto all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, Gentiloni ha detto: “C’è un’evoluzione interna nel Regno Unito che conferma che forse la scelta della Brexit, alla quale confermiamo il nostro rispetto perché è una scelta democratica degli elettori, ha mostrato di non avere le conseguenze magnifiche e spettacolari che nel corso della campagna sulla brexit erano state promesse, anzi il contesto in cui il Regno Unito si muove è di innegabile maggiore difficoltà”.
E’ fondamentale “tutelare gli interessi di centinaia di migliaia di italiani che vivono nel Regno Unito. Non è possibile che i nostri cittadini debbano avere un danno” dalla Brexit. Senza questa premessa sarebbe difficile avere atteggiamento costruttivo nel corso della discussione sull’uscita del Regno Unito dall’Ue. Dobbiamo mantenere come Italia un atteggiamento che è certamente collaborativo, non abbiamo interesse a mettere in difficoltà un paese amico e alleato come la Gran Bretagna. Ma dobbiamo anche ribadire il fatto che abbiamo bisogno di fare passi avanti su dossier che si stanno discutendo oggi”.