Alla consultazione referendaria sull’autonomia in Veneto ha vinto il “Sì” con il 98% dei votanti. L’affluenza è stata del 57,2%, superando di gran lunga la Lombardia ferma al 40%. Nella città di Padova “nel cuore urbano insomma” non è stato raggiunto il quorum e la percentuale dei votanti si è attestata al 46%. Più in generale, sempre in relazione ai dati sull’affluenza, la prima provincia veneta è stata quella di Vicenza con il 62,2% dei cittadini al voto; seconda la provincia di Padova con il 59,6%; Treviso con il 58%; la provincia di Venezia con il 53,7%; Rovigo con il 49,9%; nella provincia di Verona si è espresso invece il 47,2% degli aventi diritto; nella provincia di Belluno, infine, si è recato ai seggi il 52,2% degli elettori.
Con il referendum consultivo Veneto e Lombardia guardano al recupero della gestione esclusiva di quante più materie possibile tra quelle elencate nell’articolo 117 della Carta costituzionale, soggette sia alle decisione dello Stato che delle Regioni. Si tratta di 20 competenze, a cui si aggiungono: pace e giustizia; istruzione; tutela ambientale (indicate nell’articolo 116) di cui lo Stato ha esclusivo diritto insieme alle Regioni a Statuto speciale. E ad esprimersi a favore della consultazione referendaria anche molti primi cittadini veneti, che si sono detti d’accordo con l’autonomia. Alla decisione ha concorso con una doppia motivazione la consapevolezza, ribadita dall’Anci e dall’Upi, che quella referendaria non volesse certo essere una fuga in avanti, né tantomeno una volontà indipendentista sul modello catalano, ma bensì una consultazione popolare autorizzata dalla Corte Costituzionale che ha legittimato il quesito poiché confacente al terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, dove è citato il principio del “regionalismo differenziato” con il riconoscimento di nuove forme e condizioni particolari di autonomia nei confronti di governi locali virtuosi, ovvero quelli dotati di maggiore efficienza politica ed amministrativa.
“E’ noto – ha detto il Sindaco di Padova, Sergio Giordani – che su questo referendum nutrivo dubbi sui toni e sugli intenti reali dei proponimenti, ma ho deciso comunque di votare. Sono Sindaco di tutti i padovani e credo sia un segnale di apertura prima che ai politici proprio ai cittadini che hanno espresso la loro opinione. La partecipazione delle persone va sempre valorizzata e ascoltata. Confesso – ha continuato Giordani – che non mi sono particolarmente piaciuti i toni di una campagna elettorale più orientata allo scontro con il Governo nazionale, che a discutere dei possibili obiettivi comuni. I cittadini che si sono recati alle urne penso chiedano semplicemente di aprire un dialogo costruttivo e di buon senso per aprire nuovi margini di autonomia. Il nostro è un territorio che sotto tanti aspetti si dimostra virtuoso nella gestione degli Enti locali e dei beni comuni, è giusto che questo dibattito si apra e che gli amministratori portino il loro contributo. Quello che mi auguro è che si apra una discussione concreta, rispettosa, ma soprattutto utile. Al centro ci deve essere – ha concluso Giordani – il bene dei nostri territori nel solco della Costituzione e di una collaborazione leale con lo Stato che non deve mai venire meno. Se così sarà, non mancherà anche il mio contributo, se invece ci si chiuderà in una logica di fazione e di partito che guarda più alle prossime elezioni politiche che ai veneti, non sono interessato a farne parte”.
“E’ la democrazia, bellezza! Potrebbe essere questo il titolo della giornata referendaria in cui i cittadini di Treviso, della provincia, del Veneto, in tanti si sono recati alle urne – ha dichiarato il Sindaco di Treviso, Giovanni Manildo, subito dopo la chiusura delle urne del 22 ottobre – La mia posizione è sempre stata chiara”. “Il quesito era tale che era impossibile non dire di sì. Ora comincia il bello e sull’onda di questo risultato dobbiamo lavorare per concretizzarlo al più presto. Il mio – ha spiegato il primo cittadino di Treviso – è stato un sì di garanzia per il bene dei miei cittadini, un si per consentire che in futuro sia possibile con maggiori risorse, con tempi certi e più veloci, mettere in sicurezza le scuole dei nostri figli, dare servizi a famiglie ed anziani, ripensare lo sviluppo della città, tappare le buche nelle strade, prevenire le tragedie causate dal maltempo e dal terremoto. Per questo non potevo che sostenere con un si la domanda ‘Vuoi maggiore autonomia per il Veneto?’”
Ed il Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che ieri a Roma ha incontrato il premier Gentiloni a Palazzo Chigi per un confronto sulle esigenze e sulle criticità della città lagunare, intervistato dall’Agenzia di stampa Dire in riferimento alla consultazione referendaria del 22 ottobre ha sottolineato come “il risultato sia stato abbastanza scontato. Per come siamo noi – ha detto – l’autonomia è un valore, tanto che ora vogliamo declinarla a favore di una riforma costituzionale di tutta l’Italia. Tutti devono avere più autonomia e rispetto dei singoli territori. Il Veneto sta generosamente proponendo una strada a tutti coloro che vogliono credere in un’Italia diversa e più vicina ai cittadini. Credo valga la pena di vedere tutto questo come la possibilità di una grande riforma generale dello Stato”.