In questo mondo sempre più turbolento, di certo, andrebbero rilanciati il ruolo della cultura (anche possibile strumento di dialogo tra i popoli) e del patrimonio culturale e la sua tutela da terrorismo, guerre, calamità naturali, ecc. E’ a partire da questo presupposto che, a Firenze, il 30- 31 marzo 2017, in preparazione del G7 generale che si terrà a fine maggio a Taormina, si è tenuto il primo G7 sulla cultura ( la cui idea è stata lanciata dall’Italia): vertice dei Ministri della cultura di Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada (i cosiddetti sette Paesi più sviluppati) . Parallelamente, la città ha ospitato anche un incontro istituzionale dedicato all’Unione europea della cultura: Europa creativa. A Firenze è giunta anche una lettera dei principali produttori di cinema calcio Tv ecc. che ai ministri chiedono un sostegno ai propri settori, e una lotta alla pirateria. “Credo – ha precisato Dario Nardella, Sindaco di Firenze – che oggi, in un mondo sopraffatto da materialismo paura ed egoismo, dobbiamo avere il coraggio di alzare lo sguardo e investire sulla cultura, sui giovani e sulla formazione. Queste è la vera emancipazione. Le uniche vere armi che dobbiamo usare sono la cultura, i libri, le scuole, i teatri, le orchestre, i musei, i nostri straordinari tesori che troppo spesso non valorizziamo come meritano”. Ciò detto, cosa prevede la Dichiarazione finale del primo G7 sulla cultura? E l’UE, cosa fa (cosa può fare) per la cultura?
A – Ciò che prevede la Dichiarazione di Roma del 1° G7 sulla cultura – I lavori del primo giorno del primo G7 cultura (30 marzo 2017) si sono conclusi con la sottoscrizione della Dichiarazione di Firenze. “Il documento finale – ha spiegato il Ministro dei beni culturali, Dario Franceschini – impegna su una serie di temi, il primo dei quali è il Patrimonio culturale nel mondo minacciato dal terrorismo e dalle grandi calamità naturali. C’è quindi sostegno all’iniziativa dei caschi blu, delle task force nazionali. E c’è il tema dell’utilizzo della cultura come strumento di dialogo fra i popoli nel momento in cui si creano muri invece di creare ponti “. Ma cosa prevede – in sintesi – la Dichiarazione di Firenze? La Dichiarazione – ribadito “sia il ruolo distintivo della cultura come strumento di dialogo tra i popoli, sia l’importanza di un’azione comune e coordinata per rafforzare la tutela del patrimonio” – afferma la convinzione che il patrimonio culturale (“in tutte le sue forme, materiale e immateriale, mobile e immobile, nesso straordinario tra il passato, il presente e il futuro dell’umanità”) contribuisce a “preservare l’identità e la memoria dei popoli”; favorisce “il dialogo e lo scambio interculturale fra tutte le Nazioni”; è “uno strumento importante per la crescita e lo sviluppo sostenibile” ed è contempo “motore e oggetto delle più avanzate tecnologie”. Va quindi tutelato (anche) da distruzioni di siti culturali “perché tali azioni cancellano un patrimonio insostituibile, sopprimono l’identità delle comunità e rimuovono ogni traccia di diversità nel passato e di pluralismo religioso”. Di qui la necessità, sia di “promuovere un’efficace attuazione degli strumenti di diritto internazionale esistenti“, sia di agevolare “soluzioni condivise per assicurare la tutela e la promozione del patrimonio culturale e delle diversità culturali”. Due gli Appelli agli Stati:
· “affinché agiscano sia per incrementare la propria azione di tutela e conservazione del patrimonio culturale, ivi incluso il patrimonio delle minoranze religiose e etniche, sia per individuare e condividere le migliori pratiche atte a contrastare ogni forma di attività illecita in questo ambito, comprese le pratiche relative alla tutela del patrimonio a rischio in zone di conflitto”;
· “affinché adottino misure robuste e ed efficaci per contrastare il saccheggio e il traffico di beni culturali dal loro luogo di origine, in particolare dai paesi in situazione di conflitto o di lotte intestine, identifichino e vietino il commercio di beni trafugati che siano stati illecitamente portati oltre i confini e ,laddove appropriato, rafforzino il monitoraggio dei porti franchi e delle zone di libero scambio” (anche con forme di collaborazione più intense tra autorità giudiziarie e di polizia).
Il tutto, attraverso il ruolo guida dell’UNESCO; tramite iniziative – adottate in seno alle Nazioni Unite – che “possano includere, laddove appropriato e caso per caso (…) una componente dedicata alla tutela del patrimonio culturale nelle missioni di sicurezza e di mantenimento della pace”; tramite campagne di sensibilizzazione del pubblico e tramite l’educazione, ecc. Infine, la Dichiarazione sottolinea “il ruolo delle relazioni culturali nel promuovere la tolleranza verso la diversità di cultura e di religione e la mutua comprensione tra i popoli“ . Ed incoraggia “tutti i Paesi a dare opportunità agli scambi interculturali nello spirito della reciprocità e del mutuo beneficio, anche in occasione di grandi eventi internazionali come le Esposizioni universali o i Giochi olimpici e paraolimpici”. E finisce esortando “le prossime Presidenze del G7 a organizzare ulteriori riunioni dei Ministri della Cultura per monitorare lo stato di avanzamento degli impegni”.
B – Il Programma quadro UE Europa creativa – I settori culturali e creativi danno lavoro a oltre 7 milioni di persone nell’UE e rappresentano il 4,2% del PIL dell’Unione Europea. Ma l’accesso al finanziamento bancario.è ostacolato dalla convinzione comune che i settori culturali e creativi siano investimenti a rischio, per la natura immateriale delle loro attività, le dimensioni ridotte del mercato e l’incertezza della domanda ecc.
Cosa fa l’Unione europea? All’incontro istituzionale di Firenze, l’ungherese Tibor Navracsics, Commissario europeo per Istruzione Cultura Giovani Sport – rievocato anche il programma Erasmus (Erasmus+ è dotato di 15 miliardi di euro) – ha precisato che “l’Europa cerca di portare avanti i propri valori, di farlo sempre di più, anche contro tutte le spinte separatiste, fondamentaliste”.
Ma quali sono le strategie culturali dell’Unione per la tutela di una cultura condivisa? “Le sue strategie sono due – precisa Beatrice Covassi Responsabile della Rappresentanza della Commissione europea a Roma – C’è una strategia interna di valorizzazione del patrimonio culturale, e delle industrie creative come strumento per creare lavoro crescita. E c’è una strategia esterna – di diplomazia culturale – che avvicini chi non ci conosce alla ricchezza culturale dell’Europa, e quindi diventi fattore di pace e strumento di solidarietà tra i popoli”.
RISORSE – In effetti – per la cultura in Europa ( cinema, televisione, musica, letteratura, arte dello spettacolo, patrimonio e ambiti collegati) – il Quadro finanziario pluriennale (2014-2020) ha previsto il Programma quadro “Europa creativa” – dotato di 1,46 miliardi di euro ( 9% in più rispetto ai livelli precedenti) per il settore culturale e creativo – composto da:
· due sottoprogrammi (Sottoprogramma Cultura e Sottoprogramma MEDIA)
· una sezione transettoriale (Fondo di garanzia per il settore culturale e creativo + data support + piloting).
Il Fondo di Garanzia (121 milioni di euro) è stato lanciato il 30 giugno 2016 dalla Commissione Europea . Gestito dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI) incoraggia le banche a concedere più facilmente dei prestiti a favore di progetti e iniziative delle PMI culturali e audiovisive. Il co – finanziamento dei progetti di “Europa Creativa”, spesso, può essere un problema per alcune associazioni. In diversi stati europei ci sono aiuti del settore pubblico e/o privato, che supportano finanziariamente i progetti selezionati.
OBIETTIVI – Il programma “Europa creativa “ dovrebbe permettere di rilanciare il comparto culturale e creativo, importante fattore di crescita e occupazione. Inoltre sosterrà iniziative quali le capitali europee della cultura e il marchio del patrimonio europeo, le giornate europee del patrimonio, i cinque premi europei per la letteratura, l’architettura, la tutela del patrimonio, il cinema e la musica rock e pop, e uno strumento finanziario di garanzia (121 milioni di euro) per agevolare l’accesso ai finanziamenti da parte dei settori culturali e creativi. Europa creativa ha 2 obiettivi generali:
· promuovere e salvaguardare la diversità linguistica e culturale europea;
· rafforzare la competività del settore culturale e creativo per promuovere una crescita economica intelligente, sostenibile e inclusiva.
Ed ha anche 4 obiettivi specifici:
· supportare la capacità del settore culturale e creativo europeo di operare a livello transnazionale; –promuovere la circolazione transnazionale delle opere culturali e creative e degli operatori culturali;
· rafforzare la capacità finanziaria dei settori culturali e creativi, in particolare delle SME;
. supportare la cooperazione politica transnazionale al fine di favorire innovazione, policy development, audience building e nuovi modelli di business).
QUALI PROGETTI? – Quali progetti culturali possono essere finanziati dall’Unione? E quali partnership tra pubblico e privato possono dare vita a progetti di interesse europeo? All’incontro di Firenze del marzo 2017 si è dibattuto di questo e di altro. “Europa creative” sostiene progetti di cooperazione transnazionale tra organizzazioni culturali e creative all’interno e al di fuori dell’UE; le Reti che aiutano i settori culturali e creativi a operare a livello transnazionale e a rafforzare la loro competitività; la traduzione e la promozione di opere letterarie attraverso i mercati dell’UE; le Piattaforme di operatori culturali che promuovono gli artisti emergenti e che stimolano una programmazione essenzialmente europea di opere culturali e artistiche; lo sviluppo di competenze e la formazione professionale per i professionisti del settore audiovisivo; lo sviluppo di opere di finzione, di animazione, di documentari creativi e di videogiochi per il cinema, i mercati televisivi e ad altre piattaforme all’interno e al di fuori dell’Europa; Festival cinematografici che promuovono film europei; Fondi per la co-produzione internazionale di film; la crescita di un pubblico per promuovere la film literacy e suscitare interesse verso i film europei attraverso un’ampia varietà di eventi. Il Creative Europe Desk Italia – Ufficio Cultura offre un servizio di assistenza gratuita a tutti i potenziali candidati del Sotto-programma Cultura di Europa Creativa.