Lo stesso Occidente non ha più una visione comune su tutti gli argomenti. Il mondo odierno è multipolare. E i rapporti di forza si modificano. In questo mondo – in cui l’ordine internazionale sta cambiando – il G20 di Amburgo ( 7-8 luglio 2017) è stato un G20 teso per le divisioni tra i grandi (su Corea del nord, Siria, commercio internazionale, cambiamenti climatici ecc. ) esplose anche con l’arrivo alla Casa bianca di un D. Trump, ostile a cooperazione e multilateralismo. Da una parte ci sono i cosiddetti paesi emergenti (tra cui Cina e India, il cui tasso di crescita del 7% è superiore a quello cinese), d’altra parte, un D. Trump che – benché da tempo il Fmi, l’Ocse e anche il G20 parlano di crescita inclusiva e sostenibile – percepisce una globalizzazione in cui non possono esserci win-win ma solo vincitori e perdenti; un D. Trump che forse non vuole più degli Usa – poliziotto che stabilisce l’ordine in tutte le regioni del mondo. Non si può più essere sicuri che gli Usa investano (come finora) nelle Nazioni Unite, nella sicurezza europea o in missioni di pace in Africa.
La politica estera di D.Trump ha aperto un vuoto che qualcuno colmerà. Merkel e Xi sono i primi candidati a farlo, soprattutto su due temi oggi centrali: l’Accordo di Parigi sul clima (dal quale Washington si è ritirata), e il commercio internazionale su cui la Casa bianca usa una retorica protezionista ( da qui la firma di una decina di accordi commerciali – che vedono coinvolti calibri quali Daimler Siemens Aibus ecc.- tra Cina e Germania).
“La Germania e la Cina possono calmare le turbolenze internazionali”, ha dichiarato A. Merkel . E dopo la dichiarazione congiunta con Putin, Xi prova a rafforzare gli argini contro un attacco preventivo statunitense alla Corea del nord, appoggiandosi alla Germania tradizionalmente ostile a interventi militari tanto più se unilaterali.
Intanto – in vista della visita di D. trump – la destra polacca di Jarslaw Kaczynski (che vuole rafforzare il legame storico con l’alleato americano) ha organizzato il Vertice dei tre mari che vorrebbe creare un fronte unico dal Baltico al Mar Nero all’Adriatico contro la minaccia russa e in opposizione alle “elite occidentali che comandano a Bruxelles” per ribaltare gli equilibri dell’UE su migranti, diritti civili, priorità economiche e valori su cui si basa il progetto comunitario. A Varsavia, il presidente Trump – dopo le sue aggressioni verbali contro l’Europa e l’Occidente degli ultimi mesi – ha attaccato la Russia (con cui ha poi avuto un incontro bilaterale ad Amburgo) rea di “attività destabilizzanti in Ucraina e altrove”.
MA COS’E’ Il G20? – Come il G7 (G8 quando includeva anche la Russia, e cioè, prima che scoppiasse la crisi ucraina) il G20 non è organo di alcuna istituzione internazionale, ma un semplice tavolo, Gruppo o Foro di discussione. I tavoli hanno avuto la meglio sulle istituzioni! Il fatto è – notava giustamente già Tommaso Padoa Schioppa – il fatto è che negli ultimi decenni una certa idea cosmopolita della cooperazione internazionale, emersa dalle macerie di due guerre mondiali, è stata sempre più sostituita da una falsa e perniciosa dottrina che si può chiamare della “casa in ordine”: tenere in ordine la casa nazionale è la condizione necessaria e sufficiente perché ci sia ordine internazionale. Questa teoria ha ri-nazionalizzato la cooperazione internazionale, esaltandone il carattere intergovernativo”.
Partendo dall’idea che le economie di mercato emergenti e in via di sviluppo (Brasile,India, Indonesia, Sudafrica Cina ecc.) sono diventate troppo importanti per essere escluse dalle discussioni sulla governance globale – e che nell’economia mondiale servono regole condivise anche per la finanza – per volontà politica degli europei il format G20 è stato rilanciato nel 2008, nel pieno della grande crisi finanziaria globale (subito divenuta anche crisi economica e sociale) per espandere il dialogo ed aumentare la cooperazione economica internazionale. Da allora, i membri del G20 si incontrano annualmente per discutere un’ampia gamma di questioni relative alla cooperazione economica e finanziaria. Rinvio chi volesse approfondire quanto emerso dai G20 2008 – 2012 ai miei due ultimi ultimi libri (2020: la nuova Unione Europea L’Ue tra allargamento e vicinato, crisi, verticite, vecchie e nuove strategie Ed. LULU 2010 e Introduzione all’Unione Europea Oltre la sfida del 2014 Ed. Il mio libro Feltrinelli 2014) in cui – lanciando un metodo pilota – ho tentato di dare visibilità anche alle rivendicazioni europee.
Il G20 include 19 paesi (Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Repubblica di Corea, Russia, Stati Uniti, Sud Africa, Turchia ) e l’Unione europea. L’Ue ne è membro a pieno titolo insieme a quattro dei suoi Stati membri (Francia, Germania, Italia e Regno Unito). La Spagna è un invitato permanente al G20 e i Paesi Bassi sono un paese partner. L’UE dispone di un proprio seggio al tavolo del G20, in quanto è uno dei maggiori soggetti economici globali con competenze specifiche nei settori del commercio, della politica economica, della regolamentazione finanziaria, dello sviluppo, dell’energia e dei cambiamenti climatici. I membri del G20 rappresentano oltre l’80% del prodotto interno lordo (PIL) mondiale e quasi due terzi della popolazione del pianeta. Il suo scopo è quello di assicurare la governabilità e la stabilità dell’economia mondiale, con particolare attenzione ai mercati finanziari, al commercio, ai problemi fiscali e, più in generale, ad una crescita economica mondiale che sia inclusiva e sostenibile, ricercando – attraverso il far dialogare le principali economie del mondo – compromessi sulle grandi poste economiche in gioco. Finora, in alcuni cantieri ( Piani di rilancio coordinati, ri-regolamentazione del settore finanziario, rafforzamento delle banche, lotta ai paradisi fiscali e all’evasione fiscale delle multinazionali ecc) i G20 hanno consentito qualche passo in avanti, pur nella distanza riscontrabile tra quanto si scrive nei Comunicati finali ( e quanto si proclama) e quanto si realizza. Al G20 sono presenti insieme a 19 paesi e all’Unione europea, le organizzazioni internazionali, e organizzazioni regionali asiatiche e africane.
IL G20 di AMBURGO – Il 7 e 8 luglio 2017, i leader del G20 si sono riuniti ad Amburgo, in Germania, sotto presidenza tedesca, e il tema da questo scelto ”Dare forma a un mondo interconnesso”. Il Vertice ha preso atto della decisione di Trump di uscire dall’Accordo sul clima di Parigi. Sulla lotta contro il terrorismo (in particolare i suoi finanziamenti e propaganda) c’è stata unanimità (da qui l’adozione di una Dichiarazione comune in 21 punti). Per il resto – commercio, emigrazione, Africa, ecc.- il vertice resta comunque interessante per il suo tentativo di far dialogare, ma ha consentito passi in avanti ben modesti. Ma quali sono state le priorità poste sul tappeto dalla Presidenza tedesca, dell’Unione europea, e dai sindacati di tutto il mondo? E quali le principali conclusioni della sua Dichiarazione finale?
Le priorità tedesche – In un mondo sempre più caotico – tre mesi prima delle elezioni politiche tedesche – A. Merkel avrebbe voluto incarnare una forma di stabilità rassicurante. Ma alla fine del primo giorno, Amburgo si è ritrovata nel caos più totale, caos che ha modificato radicalmente i programmi dei leader e delle loro mogli. Che si trattasse di un summit “difficile” la cancelliera tedesca Angela Merkel, che faceva gli onori di casa nella sua città natale, lo aveva detto già nella prima giornata di lavori. E infatti, nella notte fra venerdì e sabato – mentre le strade di Amburgo erano teatro di proteste sfociate in violenza – dentro il Centro congressi il lavoro certosino degli sherpa per limare un testo che fosse accettabile per tutte le delegazioni è proseguito fino a verso le 2. Tra le sue priorità, la presidenza tedesca aveva inserito anche l’Africa (catalogo di buone intenzioni o realtà?). La migrazione e i flussi di rifugiati, come pure la lotta al terrorismo, sono stati altri temi chiave di rilevanza mondiale all’ordine del giorno del vertice.
Le priorità dell’UE – L’Europa sta assumendo maggiori responsabilità a livello internazionale in questi tempi turbolenti? Una cosa è certa, quando si parla delle più grandi sfide globali, l’Europa continua ad essere un punto di riferimento per tutti coloro che hanno a cuore la democrazia liberale e i diritti umani, il commercio libero ed equo, la lotta contro i cambiamenti climatici, la povertà e la violenza. Circa il G20 di Amburgo ( 2017) una lettera congiunta – indirizzata ai capi di Stato o di governo dell’UE, da presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker – ha precisato i temi per l’Ue prioritari:
· il ruolo del G20 nel far sì che l’economia mondiale vada a beneficio di tutti
· un sistema commerciale multilaterale aperto e disciplinato da regole eque e un sistema monetario e finanziario internazionale resiliente
· i vantaggi economici dell’azione per i clima e il potenziale della rivoluzione digitale
· l’elusione e l’evasione fiscali
· la lotta al terrorismo e al finanziamento del terrorismo
· la responsabilità condivisa per i rifugiati e i migranti, e il partenariato con l’Africa per gli investimenti, la crescita e l’occupazione
Le rivendicazioni dei sindacati (G20 L) – In estrema sintesi, ai leader del G20 – in sede G20 L ( L sta per labour) i sindacati- con il loro “L20 Statement to the G20 Hamburg Sunmmit (7-8 july 2017) – hanno indicato queste priorità :
· uno stimolo fiscale per uscire dalla trappola di un basso tasso di crescita e per impegnarsi in una giusta transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e un’economia digitalizzata
· mettere la qualità dei posto di lavoro e il salario al centro delle azioni del G20
· porre fine all”occupazione di genere e al divario retributivo
· sostenere l’occupazione giovanile e lo sviluppo delle competenze
· definire lo standard per una condotta responsabile delle imprese con dovuta diligenza obbligatoria per i diritti umani nelle catene di approvvigionamento globali
· incrementare la trasparenza fiscale
· assicurare una distribuzione equa dei cambiamenti tecnologici
· una risposta congiunta ai grandi movimenti di rifugiati e integrazione dei migranti
· tradurre gli impegni in materia di clima in realtà
· allineare le politiche del G20 all’Agenda 2030
· integrare (mainstreaming) il dialogo sociale e assicurare la coerenza delle politche con il G20
LA DICHIARAZIONE CONCLUSIVA UNITARIA – La dichiarazione conclusiva unitaria del G20 di Amburgo alla fine è arrivata, ma con numerosi compromessi in tutti i campi, dal commercio ai migranti. Dopo il Preambolo, la Dichiarazione contiene questi titoli:
· condividere i benefici della globalizzazione (commercio e investimenti, eccedenze di capacità, catene di fornitura globali sostenibili, digitalizzazione, rafforzare l’occupazione)
· edificare resilienza (sistema finanziario globale, architettura finanziaria internazionale, tassazione e trasparenza, rafforzamento dei sistemi sanitari, lotta alle pandemie)
· migliorare mezzi di sussistenza sostenibili (energia e clima, sviluppo sostenibile, emancipazione delle donne, sicurezza alimentare – acque sostenibili – occupazione giovanile rurale, efficienza delle risorse e rifiuti marittimi)
· assumere responsabilità (Partenariato Africa, rafforzare cordinamento e cooperazione per spostamento e migrazione, lotta alla corruzione)
· elenco di documenti condivisi (Il Piano di azione di Amburgo, il Piano di crescita clima e energia, il partenariato G20 Africa, ecc. ecc.ecc.)
Rottura con gli Usa sul clima – il documento riconferma la spaccatura fra gli Stati Uniti di Donald Trump e gli altri 19 leader sul clima. “Prendiamo atto della decisione degli Stati Uniti d’America di ritirarsi dall’accordo di Parigi”. Ma “i leader degli altri Paesi membri del G20 affermano che l’Accordo di Parigi è irreversibile”, si legge nel testo.
Il nulla osta degli Usa a inserire nel comunicato finale l’aggettivo “irreversibile” in riferimento all’accordo di Parigi non è stato gratuito: in cambio gli sherpa americani hanno ottenuto che venisse inserita una controversa frase sull’uso dei combustibili fossili. “Gli Stati Uniti d’America proveranno a lavorare da vicino con altri partner per contribuire all’accesso e all’uso di combustibili fossili in modo più pulito ed efficiente”, recita la frase per cui Trump può cantare vittoria. Ma la pressione diretta del presidente francese Emmanuel Macron ha fatto sì che venisse smussata aggiungendo che gli Usa si impegneranno anche per “contribuire al dispiegamento di fonti di energia rinnovabili e pulite”.
Parigi ospiterà il 12 dicembre un summit per fare ulteriori progressi sull’accordo di Parigi: l’inquilino dell’Eliseo non ha perso le speranze di convincere Trump a un dietrofront; anche la premier britannica Theresa May ha riferito di avere invitato Trump a rientrare, ma Merkel non si è detta ottimista in proposito. C’è accordo sul commercio – Nodo spinoso – questo – come già lo era stato al G7 di Taormina. I leader affermano che manterranno “i mercati aperti” e intendono “combattere il protezionismo”, ma per bilanciare questa affermazione chiariscono anche che, davanti alle “pratiche inique”, si riconosce “il ruolo degli strumenti legittimi di difesa commerciale”.
Troppo timidi i passi in materia di Immigrazione – Per il premier Paolo Gentiloni, il risultato del G20 di Amburgo è un “compromesso onorevole”, seppur a suo parere i “passi avanti” fatti restano “insufficienti”. La Francia sui migranti “non è indifferente.. sono punti di vista diversi.. “L’Italia è dalla parte della ragione e penso che con la Francia possiamo fare passi avanti…L’Italia sta facendo uno sforzo importante che rivendico a testa alta. Ma contemporaneamente i nostri vicini sanno che lo sforzo non può essere illimitato e svolto solo da noi. Senza l’Italia le operazioni in mare non sarebbero state internazionali”. Nel documento del G20 si sostiene una immigrazione “ordinata, regolata e sicura” e i 20 sottolineano “l’importanza che siano sicuri e umani i rimpatri e la reintegrazione dei migranti che non abbiano i requisiti per restare”, ma al tempo stesso si riconosce il “diritto sovrano degli Stati di gestire e controllare i loro confini”.
Africa -“Nei paesi africani – ha sottolineato il premier Paolo Gentiloni – la priorità è il miglioramento del contesto per gli investimenti privati. Dobbiamo chiederci come il G20 possa cooperare al meglio per far si che la comunità internazionale possa supportare gli sforzi dell’Africa” nella promozione di uno sviluppo sostenibile. “Aver messo l’Africa al centro dell’agenda è una decisione molto importante per il G20 – ha aggiunto – l’Africa è un continente di straordinarie opportunità e potenzialità. Per il continente africano, serve un approccio omnicomprensivo”(pace, sicurezza, sfida alla minaccia del terrorismo – senza, inclusività economica e sviluppo sostenibile è possibile che ci sia un contributo all’ascesa del terrorismo – dialogo culturale e sociale, sviluppo e cooperazione) “la stabilità dell’Africa ha bisogno di risposte efficaci e del sostegno attivo della comunità internazionale”.
Alla Conferenza del G20 sull’Africa, Gentiloni si è soffermato sulle strategie per affrontare i fenomeni migratori: “Il G20 può rappresentare un forum di discussione molto importante per promuovere ‘best practices’ e possibilmente elaborare strategie comuni garantendo un valore aggiunto nel promuovere i principi di una responsabilità comune e una condivisione anche degli oneri, come riaffermato nel settembre 2016 a New York . (…) La Germania e l’Italia stanno fortemente sostenendo questo aspetto. Crediamo che per affrontare con efficacia la questione della migrazione dobbiamo sostenere lo sviluppo sostenibile, incoraggiare gli investimenti nei paesi di origine e di transito, sulla base di partnership specifiche, di accordi ad hoc”.
Incontro Trum-Putin e trilaterale Merkel-Macron-Putin – Al di là della plenaria, come sempre avviene nei G20, molte delle notizie vengono fuori dai numerosi incontri a margine. C”è stato un incontro bilaterale fra Donald Trump e Vladimir Putin. Dimostrando di poter lavorare insieme, Usa e Russia e Usa si sono accordate per una cessate il fuoco nel sud della Siria che entrerà in vigore domenica (risultato di un cambiamento di posizione da parte degli Usa che – ha precisato Putin – sono diventati più pragmatici). Si è svolto anche un incontro trilaterale Merkel-Macron-Putin sull’Ucraina: i tre si sono detti concordi sulla necessità di applicare la tregua prevista dagli accordi di Minsk, ma sul tema bisognerà tornare a confrontarsi nelle prossime settimane. Ivanka Trump – affianco a Jim Yong Kim – ha annunciato il lancio di un fondo consacrato alla promozione dell’imprenditorialità femminile nei paesi in sviluppo.