Il Comune di Venezia si muove in un’ottica “smart city”: in cantiere un numero unico per le necessità dei cittadini e case “mappate” con codici a barre per calibrare al meglio il riciclo dei rifiuti. Codici a barre, dunque, per i rifiuti delle case della città lagunare. L’intento di Ca’ Farsetti, grazie alla tecnologia, è di avere sempre più un rapporto “one to one” con il cittadino e ridurre gli sprechi al minimo: “Stiamo analizzando come migliorare la qualità del cdr (combustibile derivato dai rifiuti) nella centrale Enel di Fusina – spiega il sindaco Brugnaro – vogliamo efficientarla per diventare sempre più autonomi e ridurre le eccedenze”.
Con queste premesse è naturale che per il secondo anno consecutivo, con il 65,2%, Venezia sia la prima città metropolitana per percentuale di raccolta differenziata. Lo certifica l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che ha pubblicato il Rapporto rifiuti urbani 2017. Venezia è in vetta alla classifica, sopra alla città metropolitana di Milano (64,3%), Firenze (56,8 %) e Bologna (55,9%).
A livello provinciale sono state gestite 518.974,2 tonnellate di rifiuti; la media pro capite (quantità totale di rifiuti divisa per numero di abitanti) è 607,5 chilogrammi, di cui 396,4 chili differenziati. Entrando nel dettaglio della frazione merceologica, nel 2016 nella provincia di Venezia, sono state raccolte con la differenziata: 157.859 tonnellate di frazione organica; 60.718 tonnellate di carta e cartone; 47.439 tonnellate di vetro; 16.868, tonnellate di plastica; quasi 11 mila tonnellate di legno e circa 8 mila di metallo.
Nell’impianto di Fusina, invece, lo scorso anno 168.683 tonnellate di rifiuto secco sono state trasformate in combustibile solido secondario, poi utilizzato nella centrale Andrea Palladio dell’Enel per la produzione di energia elettrica.
Bene anche il Veneto che si conferma la regione italiana con la percentuale di raccolta differenziata più alta con il 72,9%, in crescita rispetto al 2015 quando si attestava al 68,8. Al secondo posto il Trentino Alto Adige (70,5%) e la Lombardia 68,1%). Tra i quindici Comuni al di sopra dei 200mila abitanti (di cui 13 corrispondo con i capoluoghi delle Città metropolitane), Venezia si attesta al secondo posto tra quelli con il maggior livello di raccolta differenziata con uno 0,6% in meno rispetto a Milano che si posiziona al vertice della classifica con il 57,6%. Numeri ben superiori alla media delle percentuali di raccolta differenziata nei 15 Comuni che si attesta al 39,8% e che ha visto Venezia passare dal 36% del 2012 al 57% dello scorso anno.
Per quanto riguarda la raccolta differenziata in Italia, Ispra sottolinea che questa è “raddoppiata in dieci anni”: dal 25,8% del 2006 si è passati al 52,5% nel 2016 (+5% rispetto al 2015), anche se il Paese rimane in ritardo rispetto all’obiettivo fissato per il 2012 (65%). Tra le tipologie più raccolte, l’umido è la frazione maggiore (41,2% della raccolta differenziata) ed è quella che cresce di più (+7,3%) rispetto all’anno precedente, assieme al vetro (+6%) e ai Raee, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (+5,3%). Nel 2016 si rilevano 15 discariche in meno rispetto all’anno precedente. E per quanto riguarda le tariffe, uno studio dell’Ispra condotto su un campione di comuni che applicano il sistema di tariffazione puntuale, cosiddetto Pay-As-You-Throw, mostra che, in generale, “il costo totale medio pro capite a carico del cittadino è inferiore rispetto ai comuni a Tari normalizzata”.
Il Rapporto Rifiuti di quest’anno recepisce le modifiche apportate dal decreto ministeriale del 26 maggio 2016 “Linee guida per il calcolo della percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani”, alla contabilizzazione dei dati su produzione e raccolta differenziata. Il decreto ha incluso nel calcolo della raccolta differenziata e della produzione alcune frazioni merceologiche prima non comprese, quali gli scarti della selezione della multimateriale, i rifiuti da spazzamento stradale e i rifiuti da costruzione e demolizione provenienti da piccoli interventi di rimozione (prima considerati rifiuti speciali).