La Commissione europea censura l’Italia con un “parere motivato” per il superamento dei limiti giornalieri delle emissioni nocive di particolato Pm10 in ben 30 zone di rilevamento, per lo più aree urbane situate nelle regioni Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Lazio e Sicilia. Superati, inoltre, anche i limiti annuali nelle aree di Venezia-Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, Torino, Valle del Sacco (Lazio) e due altre zone nella pianura lombarda.
Il parere motivato è il secondo stadio della procedura d’infrazione comunitaria, un ultimo avviso prima di un eventuale (e in questo caso pressoché certo) ricorso in Corte europea di Giustizia. Un primo avviso, con l’invio di una “lettera di messa in mora”, era stato trasmesso all’Italia nel giugno 2016. Il nostro Paese, pertanto, ha l’obbligo di predisporre piani di miglioramento della qualità dell’aria con le misure appropriate per mettere fine al più presto al superamento dei limiti giornalieri e annuali. “Ma – afferma una nota della Commissione – le misure legislative e amministrative prese dall’Italia, finora si sono dimostrate insufficienti ad affrontare il problema”. A questo punto, l’Italia ha due mesi di tempo per rispondere alla Commissione.