“Pensare che le mafie siano ancora solamente quelle nate e cresciute nel Mezzogiorno d’Italia, impedisce di comprendere l’evoluzione dei sistemi criminali, anche di quelli tradizionali, la loro adattabilità e il mimetismo con cui sanno stare nel nostro tempo”. E’ l’allarme lanciato dal presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi. “Dire che le mafie sono una minaccia alla democrazia non sembri irrituale alla vigilia di una competizione elettorale – ha detto Marco Minniti nel suo intervento in Senato alla presentazione della Relazione finale della Commissione antimafia – E’ cogente nel momento in cui c’è il rischio che possano condizionare il voto libero e minacciare la cosa più importante in una democrazia la libertà di voto, diciamo che non ci può essere silenzio in campagna elettorale; vedo troppo silenzio su questi temi. Le mafie sono in grado di condizionare istituzioni e politica. Abbiamo dovuto affrontare una doppia minaccia – ha aggiunto il titolare dell’Interno – da un lato un’incombente minaccia di carattere terroristico, Dio sa quanto questo pesi sulla vita della gente e quante forze di carattere investigativo e operativo abbia impegnato. E dall’altro siamo riusciti a tenere alta la sfida – senza mai per un attimo abbassare la guardia – della lotta alle mafie sui territori. Possiamo presentarci oggi con un patrimonio di risultati particolarmente importanti: è stata legislatura dell’antiriciclaggio, del codice antimafia. Basta scorrere l’agenda delle operazioni negli ultimi anni per comprendere lo sforzo imponente di contrasto alle mafie, dalle catture dei latitanti alle confische dei beni. Penso sia importante consolidare il dato che non abbiamo abbassato la guardia. Terrorismo e mafie sono entrambi una minaccia drammatica alla democrazia, per questo non si poteva abbandonare il tema del contrasto radicale alle mafie”.La Commissione richiama, altresì, l’attenzione su “mafia capitale” scrivendo che “è necessario riconoscere le forme di nuove mafie, che esprimono ugualmente la capacità d’intimidazione e di assoggettamento di spazi economici, di ambiti sociali, d’infiltrazione nella pubblica amministrazione”.