Il futuro digitale è ormai a portata di mano. Le Marche avviano la sperimentazione del progetto SINFI, ovvero il nuovo Catasto delle infrastrutture, cui tutti i Comuni a breve saranno chiamati a operare quotidianamente. Si tratta, in soldoni, della mappatura delle reti di comunicazione elettronica veloci esistenti e di ogni altra infrastruttura fisica presente nel territorio nazionale, per facilitare l’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità, anche al fine di abbattere i costi dell’installazione di tali reti.
Il catasto del sotto e soprasuolo, così come concepito secondo il principio del “digital first”, è prima di tutto uno strumento di coordinamento e trasparenza per la nuova strategia per la banda ultralarga. Il catasto, dunque, non si limita solo a favorire la condivisione delle infrastrutture mediante una gestione ordinata del sotto e sopra suolo e dei relativi interventi, ma diventa il cruscotto che gestisce con efficienza e monitora tutti gli interventi descritti.
Abilitando tre diversi tipi di accesso – cittadini, enti gestori delle strade, operatori del sopra e sottosuolo – sarà possibile gestire una comunicazione a tre livelli che metta a disposizione, in formato aperto, tutte le informazioni utili. Per essere efficace, il catasto deve essere alimentato obbligatoriamente dagli operatori di telecomunicazioni ma anche da tutti gli altri soggetti pubblici e privati che possiedono o costruiscono, a qualunque fine, infrastrutture di posa utilizzabili per lo sviluppo di nuove reti in fibra ottica, le amministrazioni locali (comuni e province) e gli enti gestori di servizi (teleriscaldamento, gas, luce, acqua, energia elettrica, etc.).
In rampa di lancio, dunque, il progetto pilota per la costituzione del Catasto nazionale delle infrastrutture per l’installazione della banda larga nel territorio di Senigallia e della valle del Misa e del Nevola. È un’iniziativa, che fa capo al ministero per lo Sviluppo economico ed gestito dalla Infratel, società in-house del ministero stesso, che intende censire le informazioni relative alle infrastrutture presenti sul territorio, sia nel sottosuolo che nel sopra suolo, per velocizzare lo sviluppo delle reti a banda ultralarga e risparmiare sui costi di posa della fibra.
Il progetto pilota del ministero dello Sviluppo economico sarà sperimentato, oltre che dal Comune di Prato, dai i Comuni delle valli del Misa e del Nevola – Senigallia, Arcevia, Barbara, Castelleone di Suasa, Corinadlo, Ostra, Ostra Vetere, Serra de’ Conti e Trecastelli – che oltre a fornire il proprio contributo in termini informativi e logistici per le operazioni di scavo, ricerca e analisi, potranno acquisire in anteprima le competenze necessarie per l’utilizzo del sistema, giovarsi del supporto esclusivo e dedicato del gruppo di lavoro SINFI e suggerire migliorie o funzioni aggiuntive. Il progetto, gestito da Infratel Italia, società in-house del ministero dello Sviluppo economico, assume dunque un grande valore strategico per il territorio.
“La possibilità di riutilizzare le infrastrutture censite evitandone la duplicazione – spiega Pietro Abbati Marescotti, manager di Infratel Italia – porterà grandi vantaggi sia in termini di efficienza, con un significativo risparmio sui costi e sui tempi di realizzazione per lo sviluppo delle reti a banda ultralarga, sia in termini di impatto ambientale. Particolarmente utile, poi, è il catalogo dei servizi offerti dal SINFI, tra cui la fornitura di informazioni utilizzabili nell’ambito della prevenzione di pericoli legati al dissesto idrogeologico o all’attività sismica, grazie alla possibilità di visualizzazione delle analisi di rischio sulle infrastrutture e sulle reti”.
“Abbiamo accolto con grande favore – afferma il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialrdi – l’opportunità offertaci dal ministero dello Sviluppo economico e da Infratel Italia, che dà ai nostri territori l’occasione di partecipare da protagonisti allo sviluppo del Piano Nazionale per la Banda Ultralarga, essenziale per il superamento del digital divide e per rafforzare ulteriormente la nostra Agenda Digitale Locale. Ma il contributo che diamo con l’avvio di questo progetto pilota va oltre noi stessi per guardare all’intero Paese, che, proprio sulla banda ultralarga, necessita di ridurre drasticamente il ritardo da molte altre nazioni europee per essere competitivo e sviluppare gli strumenti necessari al progresso economico e tecnologico”.
“Lo sviluppo della banda ultralarga – spiega il consigliere regionale Enzo Giancarli – è anche una questione democratica. Consentirne a tutti l’accesso è fondamentale per la crescita sociale ed economica del Paese. Per questo la Regione Marche ha deciso di investire su questo terreno risorse significative, affinché il carattere strategico dello sviluppo della banda ultralarga abbia un seguito concreto e non rimanga solo un enunciato”.