Il 22 febbraio 2016 – dopo la pubblicazione dell’ Analisi annuale della crescita 2017 (novembre 2016) e delle Raccomandazioni per la zona euro (in cui erano indicate le priorità per il 2017 a livello europeo) – la Commissione europea ha pubblicato la sua analisi della situazione economica e sociale negli Stati membri, che comprende anche una valutazione degli squilibri rimanenti. La pubblicazione anticipata delle Relazioni per paese (che precede la presentazione dei Programmi nazionali e l’aggiornamento delle Raccomandazioni specifiche per paese) rientra negli sforzi della Commissione Juncker di razionalizzare e rafforzare il semestre europeo.
L’analisi contenuta nelle Relazioni per paese dimostra che, nella maggior parte degli Stati membri, la ripresa economica ha contribuito a ridurre i tassi di disoccupazione, sebbene questi superino ancora i livelli pre-crisi. Gli esami approfonditi contenuti in alcune delle relazioni indicano che i forti disavanzi delle partite correnti sono stati corretti e che l’elevato stock di debito privato, pubblico ed esterno sta diminuendo in proporzione del prodotto interno lordo. Permangono tuttavia diversi rischi: i forti disavanzi delle partite correnti vengono aggiustati solo in misura limitata, mentre in alcuni Stati membri il settore finanziario risente dell’elevato stock di crediti deteriorati. I risultati degli esami approfonditi possono essere riassunti come segue:
· Bulgaria, Francia, Croazia, Italia, Portogallo e Cipro presentano squilibri economici eccessivi.
· Germania, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Slovenia e Svezia presentano squilibri economici.
· La Finlandia non presenta squilibri economici.
In primavera la Commissione proporrà una nuova serie di Raccomandazioni specifiche per paese. Il Vicepresidente Valdis Dombrovskis, responsabile per l’Euro e il dialogo sociale e competente per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali, ha dichiarato: “L’analisi odierna dimostra che la nostra strategia, imperniata sulla promozione degli investimenti, sulla prosecuzione delle riforme strutturali e su politiche di bilancio sane, sta dando i suoi frutti. Per questo motivo, anziché illudere le persone con promesse che non possiamo rispettare, dovremmo mantenere la rotta e adoperarci ulteriormente per sormontare il retaggio della crisi e le carenze strutturali delle nostre economie. Le politiche dell’UE e degli Stati membri dovrebbero mirare a rendere le nostre economie più resilienti e ad estendere a tutti gli effetti positivi della ripresa.” La commissaria Marianne Thyssen, responsabile per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha dichiarato: “L’Europa sta facendo progressi reali. L’occupazione è in costante crescita e le retribuzioni iniziano ad aumentare. Ora che stiamo tornando a una crescita moderata, dobbiamo approfittarne per lottare con maggior energia contro il rischio di povertà e le disparità di reddito e di opportunità.” Il commissario Pierre Moscovici, responsabile per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: “Negli ultimi dodici mesi, molti paesi dell’UE hanno compiuto progressi supplementari, anche se non ancora sufficienti, nell’affrontare le sfide economiche fondamentali. In questo periodo di incertezza generalizzata, una cosa è chiara: per sormontare queste sfide occorre un’azione determinata da parte dei governi attualmente in carica e di quelli che seguiranno.”
Le prime reazioni a questo “Pacchetto d’inverno” di Katja Letho-Komulainen della Confederazione europea dei sindacati (CES) hanno enfatizzato quanto segue: “Nella politica economica dell’UE manca qualcosa: una crescita da cui tutti possano trarre profitto. Affinché il rilancio riguardi tutti i cittadini, serve un aumento salariale per tutti i lavoratori, ovunque in Europa, e servono più investimenti pubblici. La Commissione europea deve fare delle raccomandazioni in materia di aumenti salariali, contrattazione collettiva e spese pubbliche. (..) La Commissione deve inviare un segnale forte volto a migliorare la contrattazione collettiva e a rafforzarne la copertura negli Stati membri poiché si tratta del miglior mezzo per ottenere aumenti salariali e dare un nuovo slancio alla crescita. (…) Oltre che stimolare il Patto Juncker , c’è da rivedere il (PSC) e introdurre la necessaria flessibilità per creare quei lavori di qualità di cui l’Europa ha bisogno per consolidare il rilancio. Nel novembre scorso, la Commissione europea proponeva un’espansione del bilancio dell’0,5% in tutta la zona euro, il che tuttavia contraddice le regole di bilancio del Patto di stabilità e di crescita. L’Europa ha bisogno di una crescita e di una domanda interna più vigorosa. (…) Sono lieta del riconoscimento – certo tardivo – della Commissione del valore delle politiche attive del lavoro per accompagnare una crescita inclusiva. I sindacati europei sono pronti a diventare partner attivi per sviluppare queste politiche”. Non manca un po’ di scetticismo – da parte dei sindacati europei – su quanto il Commissario europeo Thyssen ha dichiarato, sia sul retrocedere della povertà, sia sui salari : “i salari, ivi incluso i minimi, dovrebbero aumentare”. Si resta in attesa di vedere cosa raccomanderà la Commissione per materializzare questi aumenti, e per ridurre le disuguaglianze di reddito .