Con un tasso del 13,8% di ragazzi e ragazze che abbandonano precocemente gli studi (dato 2016) contro il 20,8% del 2008, l’Italia si avvicina all’obiettivo Europa 2020, che prevede un livello del 10%, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Restano inoltre assai forti gli squilibri territoriali, con Sicilia, Campania, Sardegna sopra la media nazionale. I maschi sono più coinvolti delle femmine, così come percentuali più alte si registrano fra studentesse e studenti di cittadinanza non italiana che non sono nati in Italia e tra coloro che partono da condizioni economiche e sociali meno vantaggiose.
Partendo da queste rilevazioni in Sicilia è stato appena siglato un Accordo di programma per contrastare la dispersione scolastica e potenziare l’offerta formativa, garantendo agli studenti più tempo scuola. Un’intesa sottoscritta il 28 settembre presso l’Istituto Comprensivo Statale “Giovanni Falcone” di Palermo dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, e il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci.
“Oggi avviamo un’importante collaborazione grazie alla quale l’Isola diventa laboratorio del Sud Italia – ha dichiarato il Ministro Bussetti -. Siamo nella regione con il tasso più basso di tempo pieno: solo il 7,17% degli studenti ne fruisce. A fronte di una media nazionale del 34,76%. E le cose non migliorano quando parliamo di dispersione scolastica: la Sicilia ha un tasso del 24,3%, ben al di sopra della media nazionale. Adesso bisogna cambiare rotta. E lo facciamo in maniera strutturale. Partiamo da Palermo, dall’Istituto Comprensivo ‘Giovanni Falcone’, e via via selezioneremo una scuola pilota per provincia sulla base del tasso di dispersione scolastica e della percentuale di studenti in condizioni di svantaggio personali e familiari. Voglio ringraziare la Regione Sicilia per il sostegno a questa iniziativa. E per essersi fatta promotrice insieme al Miur di un intervento strategico che rappresenta una svolta per questo territorio e per il Paese. Siamo convinti che la sinergia sia la strada da percorrere per ottenere risultati significativi”.
La sperimentazione prevede l’apertura pomeridiana delle scuole per dare agli studenti l’occasione di potenziare le discipline curriculari di base, rafforzare la conoscenza delle lingue straniere, fare sport, musica, teatro. Verrà poi proposto un approccio innovativo allo studio delle cosiddette discipline Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e creati sportelli scolastici di ascolto e orientamento scolastico.
“Dare più tempo scuola significa offrire maggiori occasioni di crescita., più competenze, più conoscenze, più stimoli. Più strumenti per affrontare la vita di tutti i giorni e il futuro. Significa aiutare le famiglie e costruire condizioni di uguaglianza anche in territori svantaggiati – ha aggiunto il titolare del Miur. Finora non sono mancati alla Sicilia fondi e risorse per l’attivazione del tempo pieno e per politiche di contrasto alla dispersione scolastica, eppure evidentemente non sono stati impiegati in maniera adeguata. Adesso c’è una regia precisa e strategica: Ministero e Regione Sicilia lavoreranno insieme per evitare uno sperpero di risorse e per garantire un futuro di opportunità e crescita a ogni studente”.