Il tema della privacy e della tutela dei dati personali nelle sue implicazioni sulla vita quotidiana di cittadini, imprese e pubblica amministrazione è stato ieri al centro dell’importante audizione alla Camera dei deputati – Commissione IX (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) del segretario generale dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, avvocato Filippo Arena. Partendo dall’indagine conoscitiva “Sulle nuove tecnologie nelle telecomunicazioni con particolare riguardo alla transizione verso il 5g e alla gestione dei big data” l’avv. Arena ha svolto una serie di interessanti considerazioni, che proponiamo di seguito in estratto, rimandando al seguente link per il testo della relazione completa.
L’Autorità, ad esempio, è già intervenuta utilizzando i propri poteri in materia di tutela dei consumatori per affrontare la tematica dell’acquisizione dei dati personali da parte delle piattaforme online. L’Autorità ha, in particolare, ritenuto che i modelli di business incentrati sulla raccolta ed elaborazione dei dati, anche quando l’utente riceve il servizio senza dover pagare un corrispettivo in termini monetari, rientrassero nella nozione di attività economica ai sensi del diritto europeo. A tal fine, l’Autorità, dando concreta attuazione a principi ormai consolidati sia a livello europeo che internazionale, ha ampliato la nozione di rapporto di consumo, riconoscendo la natura economica del comportamento dell’utente anche in relazione alle piattaforme digitali che offrono servizi gratuitamente.
Ciò posto, l’Autorità ha ritenuto ingannevole la schermata di registrazione ad un social network (Facebook) nella quale mancava un’adeguata e immediata informazione circa le finalità commerciali della raccolta dei dati dell’utente e ha ritenuto aggressive le modalità con cui il social network procedeva all’acquisizione del consenso per lo scambio, per fini commerciali, di dati dei propri utenti con siti web o app di terzi. In un altro caso, l’Autorità ha ritenuto aggressiva la condotta di un fornitore di un servizio di messaggistica (WhatsApp) consistente nell’aver di fatto forzato i propri utenti ad accettare nuovi Termini di Utilizzo – relativi all’utilizzo dei loro dati ai fini di profilazione commerciale e pubblicitari – facendo loro credere che sarebbe stato altrimenti impossibile proseguire nell’utilizzo dell’applicazione medesima.
L’effetto utile di tali interventi non è solo quello di fornire una tutela diretta ai consumatori, ma anche quello di svolgere un ruolo pro-concorrenziale nella misura in cui gli utenti sono posti nella condizione di esercitare (più) consapevolmente e attivamente le proprie scelte di consumo con riferimento al consumo di beni e servizi che raccolgono e utilizzano dati. Si tratta di un approccio che può essere rilevante tanto per trattare profili connessi alla privacy quanto per trattare aspetti connessi alla sicurezza informatica dei dispositivi e dei servizi offerti ai consumatori.
L’effetto utile di tali interventi non è solo quello di fornire una tutela diretta ai consumatori, ma anche quello di svolgere un ruolo pro-concorrenziale nella misura in cui gli utenti sono posti nella condizione di esercitare (più) consapevolmente e attivamente le proprie scelte di consumo con riferimento al consumo di beni e servizi che raccolgono e utilizzano dati. Si tratta di un approccio che può essere rilevante tanto per trattare profili connessi alla privacy quanto per trattare aspetti connessi alla sicurezza informatica dei dispositivi e dei servizi offerti ai consumatori. Il confine tra sicurezza e privacy, peraltro, è assolutamente labile dal momento che i due concetti si sovrappongono e sono intrinsecamente collegati: non vi può essere privacy senza sicurezza e l’assenza di sicurezza può indubbiamente comportare, tra gli altri, anche rischi concreti per la privacy.
L’Internet of Things alimenterà, e per certi versi amplificherà, l’importanza dei Big Data per il funzionamento di una molteplicità di settori economici. I Big Data costituiscono un fenomeno ormai centrale nell’economia del XXI secolo, che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e il Garante per la protezione dei dati personali hanno analizzato nel corso di un’Indagine Conoscitiva per meglio comprenderne le implicazioni per la privacy, la regolazione, la tutela del consumatore e l’antitrust. Lo scorso mese di luglio sono state pubblicate le principali linee guida di cooperazione sul tema, nonché le raccomandazioni di policycondivise dalle tre Autorità. Il documento che raccoglierà i rapporti finali delle diverse Autorità sarà disponibile a breve.