“L’incidente occorso alla piattaforma telematica dedicata allo Spesometro, contenente i dati fiscali di milioni di contribuenti, ha fornito invece l’occasione per segnalare al Governo quanto rilevanti possano essere i rischi derivanti dalla gestione dei sistemi informativi, in assenza di un adeguata attenzione agli aspetti di sicurezza e protezione dei dati personali. A fronte della necessità di ricorrere sempre più allo scambio telematico dei dati e all’interconnessione dei sistemi informativi pubblici, si riscontra l’esigenza di una maggiore consapevolezza e di competenze idonee a fronteggiare l’incremento dei rischi, suscettibili di derivarne, per i diritti dei cittadini”. E’ l’opinione espressa dal Garante della privacy, Antonello Soro, durante la presentazione alla Camera del rapporto annuale al Parlamento sull’attività dell’Autorità.
“All’aumento di tali rischi dovrebbe, infatti, corrispondere una costante attenzione nella gestione dei sistemi informativi e un crescente impegno nell’osservanza degli obblighi di sicurezza e di qualità dei dati, di cui i soggetti pubblici devono farsi carico – prosegue Soro – In questo quadro, abbiamo sollecitato una forte iniziativa, da parte delle diverse istituzioni coinvolte nei processi decisionali relativi all’innovazione tecnologica del Paese, per una verifica puntuale dello stato di sicurezza delle banche dati pubbliche e dei processi in corso di attuazione dell’Agenda digitale. Sotto questo profilo, abbiamo segnalato che alcune recenti norme volte alla duplicazione e integrazione generalizzata delle banche dati delle pubbliche amministrazioni, contrastano con i principi, di matrice europea, di proporzionalità,non eccedenza, limitazione della finalità – ha proseguito il Garante – La pur necessaria valorizzazione del patrimonio informativo pubblico non deve avvenire a discapito della tutela dei diritti fondamentali e con possibili ricadute anche in termini di sicurezza nazionale. Pertanto, eserciteremo con responsabilità il nostro ruolo affinchè, tali iniziative non comportino per i cittadini italiani un arretramento dell’effettività dei principi europei su cui si fonda la salvaguardia dei dati personali”, ha concluso.