L’onda lunga del caso Weinstein incombe anche sul nuovo contratto degli statali: via dalla Pubblica amministrazione chi “commette molestie a carattere sessuale”. Lo prevede la bozza del contratto per gli statali, che esplicita e rafforza le sanzioni previste in questi casi. La conseguenza immediata è la sospensione, fino a un massimo di sei mesi. Se però il comportamento si ripete nell’arco del biennio, scatta il licenziamento, messo in atto anche se la molestia è particolarmente grave. La ‘pena’ massima è prevista se c’è “recidiva” di “atti o comportamenti o molestie a carattere sessuale” o “quando l’atto, il comportamento o la molestia rivestano carattere di particolare gravità”.
“Si applica” il licenziamento anche per lo statale che accetta o chiede, per sé o per altri, regali o altre utilità non di modico valore, al di sopra dei 150 euro, come contropartita per essersi adoperati, nell’ambito del proprio ufficio, a vantaggio diretto di chi fa il dono. Un capitolo della bozza di contratto è dedicato al codice disciplinare che recepisce il regolamento sulla condotta del 2013 chiarendo nei casi di scambio di favori non sia solo possibile (lo è già) ma è esplicitamente prevista l’espulsione.
La misura assume un’importanza cruciale alla luce dei dati sulle molestie sul lavoro. L’ultima indagine Istat, che risale al 2008-2009, rivela che circa la metà delle donne tra i 14 e i 65 anni (10,5 milioni, il 51,8%) hanno subito nell’arco della loro vita ricatti sessuali sul lavoro o molestie in senso lato come pedinamento, esibizionismo, telefonate oscene, molestie verbali e fisiche. Il luogo di lavoro è – dopo il mezzo di trasporto pubblico e dopo la strada/il mercato il posto dove più frequentemente le donne subiscono molestie: avances pesanti, apprezzamenti, contatti non desiderati, inviti, trovano negli uffici spesso un habitat naturale. Sempre secondo i dati Istat, sono un milione 224 mila le donne che hanno subito molestie o ricatti sul posto di lavoro, pari all’8,5 per cento delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione. Ma chissà quante vicende rimangono sommerse: secondo «Toglimi le mani di dosso», un libro inchiesta sulle molestie sul lavoro di Olga Ricci, «le avances e le pacche avvengono in assenza di testimoni» e quindi la paura di denunciare, e di essere messa alla berlina, spesso prevale sullo sdegno.