Sarà Milano la nuova sede dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, costretta a lasciare Londra a causa della Brexit? Sono ore di trepidazione, perché oggi i ministri per gli affari europei dei 27 Paesi Ue (tutti tranne la Gran Bretagna) decideranno in quale città, tra le 19 che si sono candidate, sarà la prescelta, dopo mesi di attesa e di campagne promozionali. La principale rivale per il capoluogo lombardo è Bratislava, ma dalle urne potrebbero uscire altre sorprese, in primis Amsterdam, Copenaghen, Stoccolma. “Dal punto di vista tecnico, pratico, operativo e funzionale Milano ha veramente tutte le carte in regola”, ha ribadito Enzo Moavero Milanesi, consigliere ‘ad hoc’ del presidente del Consiglio per il dossier Ema. “Certamente Milano è una delle città che ha le caratteristiche per essere prescelta”, ha confermato anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, augurandosi che “gli Stati europei facciamo una scelta di qualità. Che non ci sia alcun baratto sotto banco: “Se sarà fatta una scelta tecnica, Milano ha delle buone possibilità”, ha aggiunto Tajani. Perdere questa occasione in seguito a “scelte dettate da criteri geopolitici invece che di merito”, ha sottolineato infatti Moavero, “sarebbe non solo un grande peccato, ma anche difficile da difendere e spiegare alla maggioranza dei cittadini europei”. Un’analisi, quella di Moavero, che calza perfettamente nell’ipotesi di una vittoria della capitale slovacca. La quale ha dalla sua soprattutto due fattori: non essere sede di alcuna istituzione europea (o di una qualche emanazione) e di appartenere al gruppo dei Paesi dell’Est sul quale la Germania conta per portare a Francoforte l’Eba. Anche l’Autorità bancaria dovrà infatti traslocare da Londra e la scelta della nuova città-sede tra le otto che si sono candidate (oltre a Francoforte, ci sono anche Parigi, Dublino e Lussemburgo) avverrà domani, subito dopo la decisione sull’Ema. Del resto Bratislava non pare particolarmente attrezzata, nè dal punto di vista logistico, nè da quello scientifico e industriale. Specie se paragonata a Milano, dove la nuova sede da mettere a disposizione dell’Ema è sostanzialmente già pronta. Inoltre, il Governo è pronto a mettere sul piatto 40 milioni di euro, inseriti nella legge di bilancio, destinati a pagare le spese di trasloco. C’è poi il ‘rischio personale’, come lo definiscono alcuni addetti ai lavori. Sia l’Ema che l’Eba sono composte da professionisti altamente qualificati. Se l’alternativa a Londra dovesse essere una città considerata troppo ‘periferica’ o con poco ‘appeal’, molti dei funzionari potrebbero decidere di cercare un altro posto di lavoro.