“Bologna è stata una città capace di reagire e di coordinarsi in modo organizzato. Anche per questo motivo è stata premiata con la Medaglia d’oro al valor civile dal Presidente della Repubblica. Quest’anno nel corteo ci sarà anche l’autobus 37, cui Tper ha riacceso il motore: il 37 fu un esempio di questa organizzazione perché accolse i primi feriti e poi ebbe il compito ingrato di trasportare i deceduti negli obitori. Anche questo dettaglio dimostra che la nostra città ha saputo essere libera in modo responsabile”. Con queste parole il Sindaco Virginio Merola ha presentato nella sala del Consiglio comunale di Palazzo d’Accursio le celebrazioni del XXXVIII anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, assieme al presidente dell’Associazione familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, presente il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. “Oggi è possibile dire ai familiari delle vittime che si è più vicini alla verità sulla strage. L’ho già detto e ho detto che stiamo lavorando per la verità, un diritto sacrosanto che non hanno soltanto i familiari delle vittime, ma tutto il popolo italiano – ha dichiarato il Ministro e ha poi aggiunto – Oltre a quello che già conosciamo con i processi già celebrati grazie all’impegno di magistrati e investigatori che in tutti questi anni e fino ai giorni nostri non è mai cessato. E’ vero che ci sono ancora troppi lati oscuri su questa vicenda e zone d’ombra che riguardano lo stesso Stato che quella mattina è stato messo sotto attacco. Ce lo dicono le sentenze ormai definitive che hanno accertato i depistaggi messi in atto per intralciare il lavoro degli inquirenti, per impedire loro di giungere a verità evidentemente inconfessabili. E’ ora di dire basta, una volta per tutte. Su queste verità bisogna accendere un faro”. A tal fine, Bonafede ha fatto un importante annuncio: La desecretazione degli atti sulle stragi “è rimasta praticamente, nei fatti, lettera morta. Quei pochi documenti che sono stati versati all’Archivio centrale dello Stato sono per lo più frammentari e disorganici, quando non proprio incompleti. Sul tema – ha proseguito – ho letto attentamente le proposte elaborate dalle associazioni dei familiari delle vittime delle diverse stragi: sono orientate a una “vera attuazione” della direttiva e rappresentano una base di lavoro di grande attualità e pienamente condivisibile, che adesso dev’essere concretizzata. In questo senso, la presidenza del Consiglio dei ministri- ha continuato il Guardasigilli – ha già chiesto al coordinatore del comitato sulle attività di versamento della documentazione sulle stragi che hanno interessato il nostro Paese tra gli anni ’70 e ’80 di ripartire al più presto e con un nuovo piglio, con l’impegno che questa volta si arrivi fino in fondo e che ci si arrivi assieme”.
Dello stesso tenore le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Sono trascorsi trentotto anni dalla tremenda Strage di Bologna, che straziò 85 vite innocenti, con indicibili sofferenze in tante famiglie, ferendo in profondità la coscienza del nostro popolo. Il tempo non offusca la memoria di quell’attentato, disumano ed eversivo, che rappresentò il culmine di una strategia terroristica volta a destabilizzare la convivenza civile e, con essa, l’ordinamento democratico fondato sulla Costituzione… I processi giudiziari – prosegue – sono giunti fino alle condanne degli esecutori, delineando la matrice neofascista dell’attentato. Le sentenze hanno anche individuato complicità e gravissimi depistaggi. Ancora restano zone d’ombra da illuminare. L’impegno e la dedizione di magistrati e servitori dello Stato hanno consentito di ottenere risultati che non esauriscono ma incoraggiano l’incalzante domanda di verità e giustizia. L’azione generosa che l’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage ha svolto negli anni, e continua a svolgere, costituisce una preziosa energia che riesce a propagarsi nella societa’ e nelle istituzioni”.