I tanto contestati studi di settore hanno i giorni contati. Il decreto fiscale collegato alla legge di Stabilità 2017 prevede, infatti, l’avvio del processo di rottamazione per gli accertamenti effettuati attraverso stime statistiche per passare ad un sistema di tassazione per imprese e professionisti più affidabile, con la previsione, inoltre, di meccanismi di ‘premi’ fiscali come l’abolizione dei controlli e rimborsi veloci per i contribuenti virtuosi.
Dal 2017, dunque, non ci saranno più gli studi di settore e al loro posto saranno utilizzati degli ‘indici di fedeltà fiscale’ con un meccanismo premiale: chi risulterà molto affidabile non subirà più controlli e avrà una corsia preferenziale per i rimborsi fiscali, che saranno così più veloci. La novità dell’addio agli studi di settore è stata comunicata dal viceministro dell’Economia Luigi Casero nel corso dell’illustrazione del decreto fiscale collegato alla legge di bilancio. L’obiettivo è che la riforma, che tra l’altro prevede che gli studi non si possano più usare per l’accertamento, vada a regime nel 2018.
La manovra che rivoluzionerà il sistema di tassazione per oltre 3,6 milioni di partite Iva sarà basata, secondo quanto annunciato da Casero, su quattro pilastri.
Si tratterà, spiega Casero, di una operazione “in due tempi” che si avvia con il decreto fiscale e che poi sarà delineata nel dettaglio da diversi decreti ministeriali, basata “su 4 pilastri: l’eliminazione degli studi di settore, visto che non potranno essere più utilizzati per l’accertamento per legge”. In secondo luogo “non potranno essere più richiesti dati già in possesso dell’amministrazione finanziaria, con l’obiettivo, quando la riforma sarà a regime, di non chiedere più dati ai contribuenti”. Il terzo pilastro è “l’eliminazione degli studi non efficienti/efficaci” come per “alcune categorie di professionisti che hanno un andamento dei ricavi” naturalmente altalenante, come “gli avvocati”. Il quarto pilastro è rappresentato “dagli elementi premiali. L’analisi degli ‘indici di fedeltà’, infatti sarà fatta su un arco temporale “più ampio, guardando alla evoluzione storica” degli andamenti dei vecchi studi di settore. “Chi sta nelle categorie più affidabili, chi ha un indice di fedeltà fiscale più alto, non subirà più controlli e accertamenti sulla dinamica normale del reddito”.
La logica è quella della compliance, già attuata con la dichiarazione dei redditi precompilata, dove chi accetta la documentazione già preparata dall’amministrazione fiscale senza modificarla non è più soggetto a controlli. “Il secondo elemento premiale – aggiunge Casero – è una dinamica più accelerata dei rimborsi”. La riforma, sottolinea, risponde alla logica di “semplificazione e razionalizzazione. Non chiediamo cose che non servono”. La riforma sarà attuata “progressivamente, con l’eliminazione di quelli inutili”, l’adozione degli indici di affidabilità fiscale e con l’individuazione, con decreti ministeriali, delle categorie da premiare. “Il tavolo con le categorie – conclude – va avanti e potremo anche implementare il decreto con altre semplificazioni nell’ambito della discussione parlamentare”.