La Commissione europea ha pubblicato un documento sui progressi degli Stati membri in materia di priorità socioeconomiche. Le 27 relazioni pubblicate per tutti gli Stati membri (tranne la Grecia, attualmente oggetto di un programma specifico di sostegno alla stabilità) contengono l’analisi annuale effettuata dai servizi della Commissione sulla situazione economica e sociale degli Stati membri, compresi i progressi compiuti nel corso degli anni nell’attuazione delle specifiche raccomandazioni. La ricerca si fonda sul dialogo a livello politico e tecnico con gli Stati membri e con le parti interessate a tutti i livelli, nel quadro del semestre europeo di coordinamento delle politiche. Per i 12 Stati membri selezionati nel novembre scorso per un esame approfondito, le relazioni comprendono una valutazione degli eventuali scompensi macroeconomici e il pacchetto fornisce un aggiornamento della classificazione in categorie dei Paesi nell’ambito della cosiddetta procedura per gli squilibri macroeconomici. Quest’anno viene prestata un’attenzione particolare all’analisi delle sfide in materia di competenze e alle modalità di funzionamento delle reti di sicurezza sociale a livello nazionale. I dati del quadro di valutazione della situazione sociale sono utilizzati anche per monitorare i risultati conseguiti in ambito sociale ed occupazionale.
L’attenzione si sposta ora verso la dimensione nazionale del semestre e fornisce la base affinché gli Stati membri elaborino i loro programmi nazionali annuali entro la metà di aprile. Insieme alle relazioni per Paese, i programmi nazionali costituiranno la base per le proposte della Commissione per la prossima serie di raccomandazioni specifiche nel mese di maggio. Come ogni anno, le relazioni per paese valutano i progressi degli Stati membri nell’affrontare le loro principali sfide economiche e sociali e nell’attuare le precedenti raccomandazioni specifiche per paese. Esaminando i progressi compiuti nel corso degli anni, in più di due terzi delle raccomandazioni, gli Stati membri hanno conseguito almeno la menzione alcuni progressi.
Fin dall’avvio del semestre europeo nel 2011, gli Stati membri hanno compiuto i maggiori progressi nel campo dei servizi finanziari, delle politiche e della governance di bilancio. Sono stati compiuti progressi significativi anche nell’affrontare l’accesso ai finanziamenti, nella legislazione a tutela dell’occupazione e nei quadri di riferimento per i contratti di lavoro. Le iniziative politiche di tutti gli Stati membri sono riportate nelle relazioni per Paese. Lo scorso novembre la Commissione ha avviato esami approfonditi relativi a 12 Stati membri per accertare l’eventuale presenza di squilibri macroeconomici e valutarne l’entità. In tutti i 12 Stati membri sottoposti quest’anno a esame approfondito sono stati individuati squilibri o squilibri eccessivi relativi all’anno scorso. La Commissione ha concluso che 11 dei 12 Stati membri esaminati presentano squilibri (8 devono far fronte a squilibri e 3 a squilibri eccessivi).
I risultati degli esami approfonditi riguardano Croazia, Cipro e Italia, che presentano squilibri economici eccessivi; Bulgaria, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia che presentano parziali sbilanciamenti economici; per la Bulgaria, la Francia e il Portogallo vi è un miglioramento rispetto ai gap dell’anno scorso; La Slovenia, infine, non presenta più squilibri economici. Per la Bulgaria e il Portogallo la Commissione ha sottolineato che sono ancora necessari ulteriori sforzi per conseguire una correzione sostenibile degli squilibri. Occorre precisare che la dimensione sociale del semestre europeo quest’anno è stata ulteriormente arricchita dall’integrazione delle priorità dei diritti sociali. Le relazioni per Paese si avvalgono altresì dei dati raccolti attraverso il “quadro di valutazione della situazione sociale” per monitorare i diversi risultati conseguiti.
Su questo sfondo, gli ambiti che destano particolare preoccupazione in alcuni Stati membri comprendono l’offerta di competenze adeguate, il persistente squilibrio occupazionale tra i generi, l’elevata segmentazione del mercato del lavoro e i lavoratori esposti al rischio di povertà, lo scarso impatto dei trasferimenti sociali sulla riduzione della povertà, la stagnazione della crescita salariale e il dialogo sociale inefficace. “In undici Paesi dell’Ue sono ancora presenti squilibri macroeconomici, che li rendono vulnerabili in caso di shock – ha detto il commissario responsabile per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, Pierre Moscovici – Oggi la Commissione europea rileva che tali squilibri sono in fase di correzione grazie alle riforme in corso e alla ripresa economica, il che rende l’Europa più forte. È una buona notizia! Il numero di paesi coinvolti nella procedura è in calo dall’inizio della crisi e oggi premiamo i progressi compiuti in Bulgaria, Francia, Portogallo e Slovenia con un cambiamento di categoria positivo. Sono necessari maggiori sforzi in tutti i Paesi. La vita di milioni di cittadini europei, continua ad essere una lotta quotidiana ed è per questo che tutti i governi devono fare di più per affrontare le disuguaglianze, la disoccupazione e la precarietà del lavoro.”