Tutto aumenta, ma questa volta a crescere è il numero delle estorsioni che negli ultimi due lustri è lievitato del 77,2 per cento. A metterlo in evidenza è l’Ufficio studi della Cgia che sottolinea come in termini assoluti nel 2006 vi siano state 5.400 segnalazioni alle Forze dell’ordine mentre nel 2016 (ultimi dati disponibili) le denunce in merito abbiano raggiunto quota 9.568.
“Le estorsioni – ha detto il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo – sono reati spesso compiuti dalle organizzazioni di stampo mafioso nei confronti degli imprenditori. Oltre ad acquisire illecitamente del denaro attraverso soprusi, ritorsioni o minacce, l’obbiettivo di questi malavitosi è di esercitare un forte controllo del territorio. Il deciso aumento delle denunce, comunque, presenta diverse chiavi di lettura. Una di queste è ascrivibile anche alla ritrovata fiducia delle vittime nei confronti delle forze dell’ordine. In particolar modo al Nord, dove solo da qualche decennio il tessuto produttivo di quest’area ha cominciato a conoscere questo fenomeno criminale”.
Tra il 2010 e il 2016, a livello regionale, la curva di crescita delle segnalazioni ha interessato soprattutto i territori del Nord-est. E come per le estorsioni anche le denunce per usura vedono quest’area del Paese, in particolar modo l’Emilia Romagna, tra le realtà più colpite. Negli anni la variazione percentuale di quest’ultima è infatti salita di oltre 266 punti. A seguire troviamo la Calabria (+100 per cento) e le Marche (+85,7 per cento).
Una delle cause che probabilmente ha indotto molti piccoli commercianti e artigiani a ricorrere agli usurai è il perdurare del credit crunch praticato dalle banche nei confronti degli imprenditori. Rispetto alla fine del mese di giugno del 2011, nello stesso periodo di quest’anno l’importo complessivo dei prestiti bancari alle imprese è stato inferiore di quasi 217 miliardi di euro. Le sofferenze in capo alle imprese sono ancora elevate (101 miliardi di euro a fine giugno 2018), nonostante nell’ultimo anno si stata registrata una vendita massiccia di crediti problematici (quasi 56 miliardi di euro di cartolarizzazioni e cessioni relativi alle società non finanziarie) che sono usciti così dai bilanci bancari, scomparendo dalle statistiche delle sofferenze e dei prestiti. La Cgia evidenzia, infine, che stando ai dati del Centro di ricerca dell’Università Cattolica di Milano, nell’intera Penisola si può tristemente stimare un fatturato complessivo dell’estorsione organizzata che va dai 2,7 ai 7,7 miliardi di euro l’anno.