La città di Yalta (Crimea) con l’italiana Rovigo ha firmato un protocollo d’intesa, che apre a nuove collaborazioni. Lo ha annunciato il capo dell’amministrazione di Yalta, Andrej Rostenko, a margine del III Forum economico di Crimea che si è svolto dal 20 al 22 aprile. Ha siglato l’intesa il vice sindaco di Rovigo, Ezio Conchi, uno degli oltre 50 italiani partecipanti al forum nella penisola, sanzionata dall’Occidente per la crisi ucraina e la conseguente annessione alla Russia. “Abbiamo firmato – ha detto Rostenko – un protocollo d’intesa sulla preparazione di un accordo di cooperazione con la città di Rovigo. Il vice sindaco è venuto con questa proposta da firmare e non appena sarà tornato in Italia, discuterà con il Sindaco e i consiglieri tutti i punti del futuro accordo sulla cooperazione per collegare le nostre città”, ha detto ai giornalisti Rostenko.
Successivamente sarà determinata la data e il luogo della firma dell’accordo di gemellaggio tra le città. Rostenko ha inoltre sottolineato che non si tratta dell’unica città con la quale si intende espandere al collaborazione. La Crimea resta, tuttavia, un nodo complicato dei rapporti con l’Occidente. Proprio quel nodo che sembra non potersi sbrogliare. La comunità internazionale, l’UE, la NATO e l’ONU non riconoscono l’annessione russa della Crimea, considerandolo un pericoloso punto di rottura per il diritto internazionale. Per molti è stato proprio con quel passo che è iniziato l’isolamento per il Paese di Vladimir Putin. Altri sostiene che la Crimea è sempre stata russa e attribuisce il passaggio all’Ucraina a un errore storico: quello che avrebbe commesso nel 1954 l’ucraino Nikita Khrushchev, quando era a capo dell’Urss, assegnando la penisola alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. In conseguenza del non riconoscimento da parte dell’Unione europea, dell’annessione della Crimea e di Sebastopoli da parte della Russia, il Consiglio europeo ha imposto forti restrizioni alle relazioni economiche con questa area. Le misure comprendono un divieto di importazione di beni provenienti dalla Crimea e da Sebastopoli imposto nel giugno 2014 e restrizioni, introdotte nel luglio successivo, sugli scambi e gli investimenti relativi a taluni settori economici e progetti infrastrutturali. Inoltre, dal dicembre 2014 sono in vigore un divieto totale sugli investimenti e un divieto di prestazione di servizi turistici in Crimea. Sono vietate anche le esportazioni di altri beni essenziali per determinati settori, tra cui le attrezzature per l’esplorazione, la prospezione e la produzione di petrolio, gas e risorse minerarie. E il 17 giugno 2016, proprio mentre il premier Matteo Renzi si trovava ospite d’onore di Putin al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, il Consiglio ha prorogato tali misure fino al 23 giugno 2017.